A oltre due anni dall’inizio della pandemia Covid, la Regione Calabria non ha ancora un piano. Alla vigilia della quarta ondata e con una situazione vicina ai livelli di allerta, ci si continua a muovere nel territorio calabrese senza un piano pandemico e con fondi rimasti nei cassetti. In realtà, un piano c’è: lo ha elaborato Guido Longo, succeduto all’ex generale Saverio Cotticelli. «Ma ad oggi non lo conosciamo e non è operativo», ha dichiarato Carlo Gruccione, ex consigliere regionale a Fuori dal Coro. Quindi, di fatto nulla è stato fatto: tante strutture nuove sono rimaste inutilizzate invece di ospitare i malati Covid. Il piano di ampliamento dei posti letto è rimasto quasi completamente inattuato e non c’è neppure la certezza sui lavori indispensabili per migliorare i Pronto soccorso.
Di fatto, la Calabria è l’unica regione italiana a non avere un programma operativo anti Covid aggiornato. Dal gennaio 2021, secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud, la Regione avrebbe dovuto fare chiarezza su alcuni aspetti, a partire dai rapporti economico-finanziari con la Protezione civile nazionale e regionale, oltre che col Commissario straordinario per l’emergenza Covid.
PIANO COVID, CALABRIA FERMA DA DUE ANNI
La realtà però parla e fa un numero: 28. Questi i posti letto di terapia intensiva che sono stati aperti rispetto ai 134 previsti nel piano di ampliamento che era stato approvato nel giugno dell’anno scorso. Attualmente la Regione Calabria ha 174 posti letto in terapia intensiva, ma non sono tutti attivati e funzionanti. E poi c’è la questione dei piani di adeguamento dei Pronto soccorso, visto che i cantieri non sono mai partiti. Restano solo sulla carta i 18 percorsi dedicati ai pazienti Covid, invece in tutti gli hub regionali sono ancora in servizio le tende pre triage per i pazienti Covid fornite dalla Protezione Civile, come ricostruito dal Quotidiano del Sud. Il potenziamento del sistema ospedaliero calabrese è rimasto solo sulla carta, eppure i soldi c’erano. Nel frattempo riprendono a salire i ricoveri, anche se non si dovrebbe tornare ai livelli delle precedenti ondate grazie alla campagna vaccinale.