Sembra purtroppo una “telenovela” per il grado di mediaticità assunto dalla Calabria nelle ultime settimane, ma purtroppo per i cittadini calabresi è tutto vero. Dopo il “balletto” dei tre Commissari straordinari alla Sanità dimissionari l’uno dopo l’altro in 10 giorni – prima Cotticelli in diretta tv, poi Zuccatelli per il caso mascherine e infine Gaudio addirittura 12 ore dopo la nomina nel CdM – oggi la notizia dell’arresto del Presidente del Consiglio Regionale calabrese Domenico Tallini (Forza Italia) ha chiuso (si spera) il cerchio delle spiacevoli novità in arrivo da Reggio Calabria. Se si aggiunge la situazione tutt’altro che consueta di un posto vacante alla Presidenza della Regione – per via della scomparsa della compianta Jole Santelli – si comprende come la più grave emergenza sanitaria e sociale del Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale abbia un incremento di dramma in più per i cittadini della Calabria: si punta a chiudere domani, al più tardi nel weekend, la decisione del Governo per il nuovo Commissario che dovrà prendersi cura della disastrata sanità calabrese in piena emergenza Covid. La rosa di nomi è da giorni sul tavolo del Premier: secondo fonti di Governo dell’Adnkronos, il nome principale è quello dell’ex ufficiale di Guardia di Finanza Federico D’Andrea. Con lui, ipotesi probabile è anche il direttore del Centro Regionale dei Trapiani, Pellegrino Mancini (il professore caldeggiato dal leader della Lega Matteo Salvini), mentre come possibile outsider potrebbe rimanere anche Narciso Mostarda, medico e dirigente dell’Asl Roma 6. Secondo le agenzie, tra i nomi circolati in queste ore spunterebbero anche possibili altri candidati idonei al delicato ruolo di Commissario alla Sanità di Regione Calabria, pur rimanendo effettivo l’accordo tra Emergency, Gino Strada e il Governo per progetti immediati di assistenza medica nelle città più colpite dalla pandemia. L’ex prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca è uno di questi, ma anche Nicola Gratteri (procuratore di Catanzaro) sarebbero tra i “papabili”: resta invece fuori dai giochi lo stesso Gino Strada, pur avendo l’appoggio di molti parlamentari calabresi, in primis il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra.



L’INCONTRO TRA CONTE E I SINDACI CALABRESI

Nel pomeriggio intanto a Palazzo Chigi il Ministro della Salute Roberto Speranza e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno ricevuto una delegazione di sindaci calabresi provando a ricucire il forte imbarazzo tra Governo e Regione per quanto successo negli ultimi incredibili 30 giorni: sulle tempistiche per la nomina del Commissario, Conte ha spiegato «Nelle prossime ore. Ci vorrà il tempo necessario» mentre è il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo a rilanciare dopo l’incontro «Ci hanno detto che si prenderanno qualche giorno in più; hanno capito l’errore che hanno fatto e sceglieranno una persona in grado di risolvere i problemi della Sanità, affrontare il risanamento». Il termine slittato di diversi giorni viene però smentito da Palazzo Chigi, con il Premier che invece avrebbe detto ai sindaci – secondo fonti a Repubblica – «Potete confermare alle vostra comunità che da parte del governo c’è massima attenzione verso tutti i cittadini calabresi. avvertiamo forte la responsabilità di individuare un profilo adatto per il commissario alla sanità calabrese». Al Governo non sfugge che «una gestione commissariale, che deve essere straordinaria, si trascina da dieci anni rischiando di essere ordinaria. Dobbiamo lavorare per dare alla gestione commissariale una prospettiva temporale ben delimitata». Per questo motivo, conclude Conte, il Governo «continuerà a seguire con massima attenzione l’emergenza sanitaria in Calabria e cercheremo di lavorare tutti insieme, dialogando anche con voi sindaci, perché si superi la fase emergenziale». Soddisfatto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, a margine del vertice di Palazzo Chigi: «Noi chiedevamo sostanzialmente tre cose: che il commissariamento finisca breve, delle scelte risorse economiche per poter coprire il buco di bilancio della sanità calabrese e una maggiore concertazione e condivisione con i sindaci. Su queste tre cose – conclude Falcomatà – c’è stata massima apertura e condivisione e già all’interno della conversione in legge del decreto Calabria ne avremo contezza».

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