Tiene banco la polemica relativa alla notizia della morte, poi rivelatasi falsa, di Mino Raiola. Nel primo pomeriggio, infatti, si è diffusa la notizia del decesso per una grave malattia del procuratore, poi smentita dal professor Alberto Zangrillo e dallo staff dell’agente. Tralasciando la diffusione di una notizia non confermata di questo tipo, fino a quando non è stata smentita, e quindi quando si riteneva che Mino Raiola fosse morto, sono circolati sui social diversi post raccapriccianti di utenti che hanno “esultato” alla morte dell’agente. Commenti che non sono passati inosservati a Riccardo Calafiori, terzino il cui cartellino è di proprietà della Roma.
Come ricostruito da Calciomercato.com, tramite una storia su Instagram è intervenuto in difesa del suo agente dopo la fake news sulla sua morte. Prima se l’è presa con chi l’ha diffusa: «Mi rendo conto sempre di più delle persone di mer*a da cui siamo circondati e ormai faccio anche fatica a stupirmi di certe situazioni…ma sicuramente speculare sulla vita o sulla morte di una persona importante o meno che sia, per fare qualche soldo in più o per avere un po’ più di visibilità mi provoca un forte ribrezzo».
CALAFIORI DIFENDE RAIOLA DOPO “FESTA” SOCIAL PER MORTE
Ma Riccardo Calafiori se l’è presa anche con chi ha esultato alla notizia della morte di Mino Raiola. «E le persone che festeggiano la morte di un uomo, tra l’altro anche vero e buono dentro l’anima, sono ancora peggio. Fate schifo!», ha aggiunto infatti nella storia di Instagram. Il riferimento è a tweet del tipo: «Sono rimasto veramente dispiaciuto alla lettura della morte di Raiola, ancora di più alla smentita». Commenti sovrastati da tweet di indignazione del toni della Instagram Stories del calciatore della Roma, come il seguente «Leggere di gente che esulta, per motivi calcistici, per la morte di un uomo di 54 anni rende bene l’idea del mondo in cui viviamo e mette addosso tanta tristezza». Invece Enrico Varriale se l’è presa con chi ha diffuso la notizia senza prima verificarne la veridicità: «Fare la gara a chi da per primo la notizia di una morte, che poi morte non è, rimane una cosa semplicemente vergognosa e indecente. Per Mino #Raiola in queste ore solo una preghiera».