Indignazione e rabbia: questi i sentimenti suscitati dai fatti di Cosenza, con un bimbo immigrato di 3 anni picchiato con un calcio da un adulto, reo di essersi avvicinato alla culla di una neonata. Repubblica sottolinea che l’aggressore è il fratello di un pentito di camorra, denunciato alle forze dell’ordine insieme alla compagnia. Intervistato da Repubblica, il padre del piccolo ha sottolineato: «Per due giorni non è riuscito a dormire. Era terrorizzato, piangeva continuamente. Mi chiedeva “cosa ho fatto di sbagliato, papà?” ed io non sapevo cosa rispondergli». Poi il genitore si sofferma sulle condizioni del piccolo: «Ha ancora dolore, ma quello passerà insieme a lividi e contusioni. Anche oggi i medici lo hanno visitato e hanno detto che non c’è nulla di preoccupante, per fortuna. Psicologicamente però, ci preoccupa. Non riesce a capire cosa sia successo e piange disperato. Anche il fratello e la sorella sono inquieti, arrabbiati». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CHOC A COSENZA: “SCENA RACCAPRICCIANTE”

“Una scena raccapricciante. Ho visto quel bimbo fare un salto di due metri e accasciarsi a terra. Non potevo credere a quello che stava succedendo. Il mio primo pensiero è stato soccorrerlo”. Così ha scritto su Facebook la ragazza che ha assistito martedì scorso alla gravissima scena del piccolo nordafricano di 3 anni, colpito con un calcio all’addome da un italiano, semplicemente perché il bambino si stava avvicinando alla carrozzina del suo neonato. “Non posso credere che un uomo – ha aggiunto la ragazza nel suo racconto – sferri un calcio ad un bimbo di tre anni solo perché di colore diverso dal suo. Siamo arrivati alla follia. Pensavo che la storia ci avesse insegnato qualcosa e invece ho visto con i miei occhi la cattiveria umana e questo mi ha sconvolto. Per questo ho scritto il post su Facebook, invitando quanti erano lì ad andare in Questura e fornire elementi utili per identificare quell’uomo, che è anche padre. E allora mi chiedo che tipo di educazione impartisce al proprio figlio”. Grazie alle telecamere di sorveglianza sono stati individuati i due coniugi italiani: sono entrambi molto giovani, rispettivamente di 22 e 24 anni, e sono stati tutti e due denunciati per lesioni aggravate. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CALCIO A BIMBO IMMIGRATO DI 3 ANNI

Ha dato un calcio ad un bimbo immigrato solo perchè si sarebbe avvicinato al passeggino del figlio. E’ accaduto in pieno centro a Cosenza nel tardo pomeriggio dello scorso martedì, ma la notizia, come riferisce anche Il Messaggero, è stata resa nota solo oggi. Non è chiaro se sia trattato di un indicibile episodio di razzismo o di un gesto spinto dall’incosciente follia, fatto sta che la sua gravità è innegabile, come ribadito anche dal primo cittadino di Cosenza. A ricostruire il fatto è stata una passante che ha assistito all’intera scena avvenuta nella centrale via Macallè intorno alle 19.Il bambino di origini nordafricane sarebbe stato colpito da un uomo con un calcio all’addome e successivamente soccorso dai passanti che hanno allertato 118 e polizia. Portato in ospedale per tutti gli accertamenti del caso, il bambino fortunatamente non ha riportato nulla di grave. Stando a quanto emerso, il piccolo si trovava con i fratellini di 8 e 10 anni insieme alla madre in uno studio medico ma, vista l’attesa, la donna avrebbe dato loro dei soldi per comprare un gelato. Per strada, il bimbo immigrato più piccolo si sarebbe avvicinato ad un altro bambino ma secondo i testimoni, il padre lo avrebbe colpito con un calcio all’addome.



CALCIO A BIMBO IMMIGRATO: SINDACO SOTTO CHOC

Sul caso di violenza che si è consumato a Cosenza sono attualmente in corso le indagini degli agenti per ricostruire la dinamica esatta grazie anche alle immagini delle telecamere della zona appena acquisite e che potrebbero portare all’identificazione dell’autore. Dopo che la notizia è stata resa nota, è intervenuto anche il sindaco della città, Mario Occhiuto: “Leggo di un raccapricciante episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi per strada a Cosenza a scapito di un bimbo di tre anni e la cosa non può che suscitarmi indignazione e sconcerto. Resto sconvolto per le modalità del fatto e perché la circostanza si sia verificata in una via del centro della nostra città”, ha dichiarato, come riferisce Il Messaggero. “Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione, né deve passare sottaciuto”, ha proseguito. Il primo cittadino ha inoltre giudicato inaccettabile quanto accaduto non solo per via della tenera età della vittima ma anche per il fatto che sia avvenuto in una città come Cosenza dedita all’inclusione ed all’accoglienza.