Paolo Liguori, direttore di Tgcom e grande tifoso romanista, fa il punto sulla situazione di crisi della Roma. I giallorossi vivono un momento di malessere: si esce da questa situazione con umiltà e mantenendo Spalletti come punto fisso.

Infortuni, errori arbitrali, gioco, quali sono le cause della crisi giallorossa?

C’è un malessere generale che si sta evidenziando e che non è dato dalla somma degli infortuni, delle squalifiche e degli errori arbitrali. Il malessere si è accumulato in questo inizio di stagione, ed è stato causato da un eccesso di sicurezza iniziale che adesso si è trasformato in insicurezza. Su questo si sono accumulati gli infortuni, le squalifiche e gli errori arbitrali, che pure sono stati gravi, visto che due partite su cinque sono state segnate da cattivi arbitraggi. Se con il Genoa e con l’Udinese si possono scaricare parte delle colpe sulla terna arbitrale, con Palermo, Siena, Inter, Cluji si è invece evidenziato il malessere di cui parliamo, è stata una Roma incapace di reagire, a tratti presuntuosa e a tratti timorosa. Moltiplicando questi fattori si ottiene il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Adesso bisogna rispondere sul campo, va ritrovato il bandolo di un gioco che si è perso.

Com’è la situazione di Spalletti? Il suo modulo sembra non dare più risultati…

Discutere Spalletti è la cosa peggiore che la Roma possa fare in questo momento. Anche se la situazione dovesse peggiorare, con l’eliminazione dalla Champions, per esempio, Spalletti sarebbe l’unica persona con cui si può ricostruire. Alcuni giocatori li ha plasmati lui: Mexes, Perrotta, l’attuale ruolo di De Rossi sono sue idee. Il 4-2-3-1 che ha lanciato non è morto, anzi, anche la nazionale lo ha utilizzato e lo applicano molte squadre in tutte il mondo. Anche se si dovesse arrivare al punto di dover ricostruitre la Roma, per esempio partendo dai giovani, Spalletti sarebbe fondamentale, visto che ha fatto questo lavoro a Roma e prima a Udine. Pradè e Conti farebbero bene a tenerlo come punto fisso. In più non vedo nessuno sulla piazza che potrebbe essere all’altezza: mettere in discussione Spalletti è da pazzi.

Si parla dell’ipotesi Mazzone…

Mazzone è bravo per quelle squadre che devono salvarsi, va bene che dopo otto giornate siamo in zona retrocessione, ma non possiamo partire dall’idea di salvarci dalla B. E’ vero che da ora in poi la Roma dovrà fare un campionato attento, prudente, meno presuntuoso, giocando con un altro spirito e un altro carattere. Ma un discorso è essere umili, un altro è prendere Mazzone, come se dovessimo evitare la retrocessione. Fino a oggi il gioco non si è visto, ma si può ricostruire. Se invece si supera Spalletti e si torna a Mazzone significa che si vuole tornare alla preistoria della Roma, cancellando anni in cui il gioco è cresciuto e si è evoluto. Allora, se si vuole tornare alle origini, tanto vale prendere Romolo e Remo!

Il ritiro può essere una soluzione?

C’è il turno infrasettimanale e la squadra è stanca, a Londra ha fatto una partita allo spasimo che è finita male ma senza demerito, poi ha giocato a Udine alla morte perché ha dovuto rincorrere tutta la partita per quel maledetto rigore inventato dall’arbitro. Ora deve fare altri 90 minuti con la Samp con l’ansia di un pubblico che se non segni subito ti può contestare. Il ritiro è giusto, così almeno i giocatori hanno il tempo di guardarsi negli occhi. Anche perché poi ci sono Juve, Chelsea e poco dopo il derby con la Lazio.

Ieri c’è stato un principio di contestazione…

Erano solo 20 persone… La Roma però ha un problema: i tifosi che contestano Spalletti sono pochi, ma quelli che soffiano sul fuoco sono molti. Ci sono le radio romane e la stampa locale che hanno un grande peso. I contestatori, insomma, sono pochi, ma gli istigatori tanti.

La società è salda o si pensa a vedere?

In questo momento se la società desse il segnale di essere alla ricerca di acquirenti, farebbe precipitare la situazione.

La campagna acquisti è stata sbagliata?

Si può anche parlare di campagna acquisti, ma quello che più lascia a bocca aperta è il rendimento dei “vecchi”, da Taddei a Vucinic, che non solo non giocano come l’anno scorso ma sembra quasi che non ce la stiano mettendo tutta come invece hanno sempre fatto. E lo stesso vale per molti altri. Si dà la croce addosso a Loria, ma parliamo di Mexes, che si è fatto squalificare per 3 partite… Oppure pensiamo a Menez, quando gioca ha un rendimento migliore di Taddei.