L’Udinese, alla sua tredicesima stagione consecutiva in serie A è prima in classifica. Otto giornate di qualità e quantità la premiano, ma sono anni che la società friulana lavora ottimamente, con serietà durante la settimana e lungimiranza in sede di mercato. Artefice di questo, momentaneo, successo è il tecnico Marino che, intervistato dal Corriere dello Sport, si gode il momento d’oro dei bianconeri: «Sarebbe un bel segnale se lo scudetto lo vincesse una outsider, l’Udinese o il Napoli. Fra i club le differenze sono enormi, soprattutto dal punto di vista dei diritti televisivi. Sarebbe belo se il campo ravvicinasse i valori. Ma non è facile perchè le grandi torneranno grandi. Dovremo lottare e noi abbiamo il dovere di impegnarci». L’Inter resta la favorita secondo il tecnico di Marsala, che ribadisce la sua diffidenza nei confronti del calo delle “big” in questo avvio di stagione: «Il calo in taluni casi dipende anche dagli infortuni: ci vuole fortuna anche nel calcio. E’sempre meglio avere un organico al completo: i giocatori essendo in competizione si impegnano di più e sbagliano meno e il tecnico può fare scelte diverse». Poi, ovviamente, chi sta in panchina dev’essere bravo a gestire certe situazioni. Come ad esempio è capitato a Marino con Pepe: «Lo scorso anno avevamo sette attaccanti e io in campo ne mando tre. Qualcuno doveva partire e tra i possibili partenti c’era anche lui. E’venuto da me, ha detto che non voleva andare via perchè voleva giocarsi le sue chances. Si è messo a disposizione: ora tutti si sono accorti di lui ma in realtà è dallo scorso anno che gioca così». Idee chiare anche sul segreto di questi risultati: «Alla base di tutto c’è la società che lavora seguendo un progetto, che cerca e trova continuamente giocatori giovani. Nulla è affidato al caso. Prendono Quagliarella, lo mandano prima ad Ascoli, poi alla Samp quindi lo riprendono nel pieno della maturazione. Sul mercato riesce ad anticipare i concorrenti: Sanchez lo hanno preso qualche anno fa e lo hanno lasciato in Sud America per poi portarlo in Italia almomento giusto».