Un capolavoro del mercato biancoceleste, scartato da Trigoria: la parabola estiva di Mauro Zarate, classe ’87 e quinto figlio di una famiglia di calciatori, forse è tutta qui. L’avventura italiana del talento argentino inizia ufficialmente il 10 luglio scorso, giorno della presentazione al Centro Sportivo di Formello. Ufficialmente. Perché in realtà la prima ‘comparsa’ di Zarate sulla scena del calcio nostrano sarebbe avvenuta a pochi, ma clamorosi, metri di distanza da “quella sponda del Tevere”: nelle stanze segrete del quartier generale giallorosso, difatti, già da tempo erano circolati i video con le prodezze di questo giovane tutto estro e senso del gol. Assai prima che Lotito facesse la sua puntata. A proporlo a Pradè sarebbe stato un personaggio che dalle parti del Fulvio Bernardini conoscono bene: il mediatore argentino Luis, incaricato dalla stessa società di Trigoria di segnalare i talenti che crescono nella terra di Maradona e Batistuta. L’osservatore è un accanito tifoso romanista (in un Roma-Juventus di qualche anno fa si rese protagonista di un acceso “diverbio” con Bettega in Tribuna Montemario) nonché romano d’adozione (si è trapiantato nella Capitale da circa trent’anni) e anche per questo ha insistito molto affinché Pradè tesserasse Zarate: un campione, a parer suo. Non secondo il direttore sportivo giallorosso però, che ha subito scartato l’ipotesi del suo acquisto. Nonostante il “picche” ricevuto, Luis ha tentato più volte di dissuadere il dirigente romanista dalla decisione presa: invano. Zarate non può rientrare nel progetto-Roma, è grosso modo la risposta che si è sentito recapitare. L’osservatore, profondamente legato alla famiglia Sensi, non ha digerito l’episodio: tanto è vero che ha preferito dimettersi dall’incarico di inviato speciale per conto della Roma in Argentina. Da qui in poi la storia di Zarate torna ad essere quella ufficiale: la scheda del giocatore attraversa il Tevere e arriva sulla scrivania di Lotito. Il presidente della Lazio è convinto dell’affare, ma non vuole entrare nel merito della trattativa: deve pensare a tutto Luis, di comune accordo con il fratello e procuratore del calciatore Sergio Zarate (ex Ancona). La richiesta dell’Al-Sadd (società del Qatar) è alla portata del club biancoceleste: 3 milioni di euro per il prestito oneroso (in cui però è compreso l’ingaggio del giocatore) e riscatto fissato intorno ai 13 milioni di euro (sulla cifra in realtà i due club hanno voluto mantenere il riserbo). Sembra tutto fatto ma il fax che da Formello dovrebbe chiudere positivamente la vicenda tarda ad arrivare e gli arabi cominciano a spazientirsi: il ritardo però non significa ripensamento, bensì un banale errore nella composizione del recapito del destinatario. Di lì a poco Zarate, campione del mondo nel 2007 con l’Under 20 di Hugo Tocalli e più giovane capocannoniere nella storia dei campionati argentini con la maglia del Velez, avrebbe apposto la sua firma sul contratto che lo lega alla società biancoazzurra. L’avvio di stagione per Mauro è stato poi straripante: una doppietta all’esordio contro il Cagliari, un gioiello nel primo appuntamento all’Olimpico contro la Samp, di nuovo una rete a San Siro contro il Milan e ancora una doppietta al Torino nell’ultima trasferta di campionato. Sempre partendo da sinistra, nella Lazio di Delio Rossi dove tutti si sacrificano e in una zona del campo dove la Roma è orfana di Mancini. Una partenza come quella di Zarate i tifosi della Lazio non la ricordano dai tempi di Beppe Signori: ironia della sorte, un ‘giocatorino da Foggia’ che l’allora presidente della Roma Ciarrapico scartò senza indugi. Ora il nuovo idolo della Nord prepara il compimento del contrappasso: «I tifosi mi hanno chiesto un gol alla Roma, io voglio farne due».