La cosa più divertente è che perfino nelle polemiche, nate per lo più dai continui paragoni con Mancini, viene tirato fuori il paragone con Mancini. Mourinho non ci sta. Vuole parlare di calcio, di gioco. Ma i giornalisti continuano con i riferimenti al Mancio e lui fa autogol, tirando fuori per primo l’argomento in conferenza stampa, sabato, con tanto di bigliettino con i dati della prima stagione dello jesino. Pensa di prendere in contropiede stampa e critica, ma non capisce che chi vuol vedere errori ovunque ci sguazza e ottiene nuova linfa per polemizzare col beneplacito della coscienza, perchè ora può dire “ha iniziato lui”. Questo l’antefatto. Poi il fatto, il gol di Cruz che porta a casa tre punti preziosi,contro l’Udinese. Il minuto è il 92esimo, ma chi l’ha detto che le partite durano 90 minuti? All’Inter, con in panchina Mourinho, durano molto di più, si estendono fino al dopo partita, negli spogliatoi e nelle interviste. Ma torniamo al gol, e alla particolare esultanza che il portoghese dedica alla tribuna, con un gesto eloquente, il dito portato sulla bocca chiusa come dire: “ora tacete”. Gesto muto che invece grida, rabbia, rivalsa e soddisfazione. E la giostra della memoria parte fino a trovare il precedente, un famoso Inter-Sampdoria vinto da Mancini in rimonta dallo 0-2 che fece scatenare Mancini contro un tifoso alle sue spalle, reo di averlo insultato per tutta la partita. Difficile fosse lo stesso tifoso di ieri dal momento che il tecnico di Setubal sostiene che il suo ammonimento fosse indirizzato a Costinha, suo giocatore al Porto e ora all’Atalanta, ieri in tribuna a San Siro: «Continuava a chiamarmi “mister, mister”». Scherzi a parte, parte la filosofia: «I tifosi hanno sempre ragione. In Portogallo e in Italia in tribuna sono tutti allenatori. In Inghilterra invece è sempre una festa sia che vinci, sia che perdi». Ma se il pubblico gode di qualche attenuante, chi non ne ha è la tv. Mancavano giusto Rai e Sky nella lista dei nemici di Mou (anche se lui, specifica, si arrabbia ma non porta rancore), ieri bacchettati entrambi. Prima la tv a pagamento, con Sconcerti che lo incalza su Mancini e lui che risponde per le rime sostenendo che il commentatore toscano sia amico dell’ex allenatore neroazzurro. Sconcerti, piccato, risponde di essere amico di tutti ma Mourinho conclude con un lapidario «Non amico mio». Stessa aria sulla Rai: «Non accetto provocazioni, per 15 giorni non verrò più da voi». E se ne va, forse giustamente, ma dando l’impressione di non essere preparato a tenere testa alle polemiche dei giornali. Benvenuto in Italia.