Deja-vù. Come l’anno scorso l’inverno di Adriano assume i colori verdeoro del suo amato Brasile, paese verso il quale è sempre più vicino. Con Mancini fu quasi un esilio forzato, anche se deciso, pare, assieme al giocatore.

Con Mourinho forse le sfumature dell’allontanamento dell’imperatore da Appiano Gentile assumeranno connotati più simili ad un diktat piuttosto che a quelli di una terapia: se il portoghese deciderà che il numero 10 non farà più parte del gruppo, Adriano sarà libero di cercarsi un’altra squadra. Ma è probabile che, allo stato attuale delle cose, anche all’attaccante vada bene questa soluzione visto che, tutto sommato, i mesi passati l’anno scorso al San Paolo, 28 partite e 17 gol, non sono stati poi così male. Moratti getta acqua sul fuoco, dice che non c’è alcun caso Adriano: «Molto dipenderà da lui e dalla sua volontà.



La società lo sta facendo lavorare. L situazione non è drammatica, me l’ha detto anche Mourinho, e non è fuori dal nostro progetto. Ci vuole calma e pazienza perché è un ragazzo fragile. Non è escluso che possa tornare a giocare anche se non so se succederà questa settimana perché ha saltato due allenamenti per l’influenza». Ma le squadre che dall’altra parte dell’oceano lo vorrebbero sono svariate, dal Corinthias alla Fluminense. Mete che piacciono anche dagli uomini di via Durini, preoccupati solamente di non rafforzare una diretta rivale come il Milan, e di poter ottenere una buona contropartita tecnica dalla cessione, come ad esempio quel Thiago Silva al centro di un braccio di ferro coi rossoneri.



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