Cairo non è contento. E se il presidente di una squadra a ridosso della zona retrocessione non è contento, il primo a tremare è sempre l’allenatore. De Biasi, in bilico prima della gara contro l’Atalanta, aveva trovato nuova linfa con la vittoria di Bergamo. Ma da allora il Torino, migliorato sotto l’aspetto del gioco, non ha ridimensionato la sua classifica: «Non sono per nulla contento, il bel gioco, se non produce punti, non serve a niente» il commento del presidente. In particolare sono le esclusioni di Rosina e di Bianchi a non incontrare il favore dei tifosi e di Cairo, che per averli ha speso circa 15 milioni. L’allenatore inoltre è al centro di una diatriba proprio con Rosina, che potrebbe minare la stabilità del gruppo. De Biasi avrebbe rivolto parole non troppo tenere al giovane fantasista: «Qualcuno deve sponsorizzarsi di meno a livello mediatico e proporsi di più in campo. Evitando le frasi ad effetto che turbano soltanto la serenità». Il tecnico granata era già stato protagonista a inizio stagione di un diverbio con Di Michele, cui era seguita la cessione dell’attaccante al West Ham. L’allenatore è conscio della sua situazione, come ha detto in un’intervista rilasciata a La Stampa: «Ci sono in giro tanti gufi che vivono di invidia»; ma la sua speranza è quella di uscire da questa crisi: «Ci siamo fatti del male da soli e dobbiamo trovare noi i rimedi. Di questo passo non faremo mai i 40 punti indispensabili per la salvezza, ma l’andamento negativo cambierà. Il gioco c’è, bisogna elimniare gli errori difensivi, perchè non è possibile segnare due gol e subirne tre».



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