La solidità della Juve contro la fantasia del Milan. Il big match di domenica sera sarà una sfida tutta da vedere con due compagini che esprimono valori diversi. Roberto Donadoni presenta la superfida in esclusiva a il sussidiario.net. L’ex ct della nazionale è stato uno dei primi grandi acquisti dell’era Berlusconi, con il Milan di Sacchi prima e di Capello poi ha vinto praticamente tutto. Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, passò alla corte del Milan che riuscì a soffiarlo in estremis alla Juve. Pronto a rientrare in pista dopo l’esperienza azzurra terminata ai calci di rigore, non si lascia sfiorare dalle polemiche, è affascinato dallo spirito di squadra della Juve, individua la favorita di oggi e parla di Alessandro Del Piero. Nel frattempo, in attesa di una telefonata “interessante”, si diletta sui green dei campi da golf.



La Juve parte favorita contro il Milan. Si trova d’accordo con questa affermazione?
In queste condizioni non c’è mai una favorita. Il fattore campo può dare dei vantaggi. Sarà una partita alla pari. Conterà molto avere a disposizione la formazione migliore, cioè i giocatori in condizione.

Cosa le piace dei bianconeri e cosa, invece, apprezza del “suo” Milan?
Della Juve mi piace la dimensione dello spirito di squadra. Ha qualità e talento, ma soprattutto ha raggiunto una buona solidità. Il Milan ha fatto bene nell’ultima di campionato, ma in precedenza aveva un po’ faticato, anche se in Coppa Italia aveva un organico rimaneggiato. Ha delle caratteristiche diverse dalla Juve, anche per questo sarà sicuramente una bella sfida: esprimono valori diversi.




L’ha stupita il rendimento di Del Piero di questi mesi? In nazionale non è mai riuscito ad offrire le medesime prestazioni ottenute con la squadra di club, cosa ne pensa?

Del Piero è indubbiamente un giocatore di valore. Lo è sempre stato. Quando sta bene, fa la differenza.


Il Milan soffrirà l’assenza di Gattuso?

E’ un giocatore di peso. Oltre alle sue qualità, dinamismo e agonismo, è un giocatore che fa sentire la sua presenza.


Può ricostruire il suo passaggio dall’Atalanta al Milan. Risponde al vero la voce secondo cui, al tempo, lei sarebbe stato in procinto di passare alla Juve?

Sì, la Juve era interessata, ma semplicemente l’Atalanta scelse di mandarmi al Milan perché era la società che aveva formulato la proposta più interessante.



Nei suoi anni da giocatore, il Milan era molto più vincente della Juve. Ricorda con piacere qualche partita contro i bianconeri?
Sono sempre state partite belle e importanti. Erano al centro dell’attenzione e avevano spesso il ruolo di decretare le posizioni di vertice. Potrei ricordare quelle in cui sono stato decisivo.

E per il resto, aspetta una telefonata? Sarebbe pronto a una nuova esperienza all’estero, magari in corsa?
Vediamo cosa succede, che opportunità si possono creare. Ho già avuto delle proposte, ma non sono andate a buon fine perché ho fatto differenti valutazioni. Se capitasse l’offerta giusta, sarei estremamente contento. Sono, comunque, tutte situazioni che vanno valutate. Si può anche prendere in corsa una squadra, ma bisogna considerare – ripeto – la situazione . Non posso escludere nemmeno una panchina straniera.

Sul piano tecnico c’è un nuovo possibile Donadoni (capace di dribblare, fintare, scartare e tirare) da seguire?
Non mi è mai piaciuto fare paragoni, certo esistono delle somiglianze, ma ogni giocatore esprime le proprie qualità.

Luciano Zanardini