Da una parte all’altra della barricata, quella sportiva. Diversi, non solo per i colori della maglia, ma capaci di emozionare (a volte agitare) i rispettivi tifosi. Carlo Pellegatti, giornalista per le reti Mediaset, e Gianluca Rossi, giornalista delle emittenti TeleLombardia e Antenna3, incarnano i sentimenti dei tifosi milanisti e interisti. Si ritrovano faccia a faccia nella settimana in cui si prepara il derby. Da una parte una squadra che cerca i punti Champions, dall’altra una che vuole mettere la firma sullo scudetto e nello stesso tempo fare uno sgambetto ai cugini. Pellegatti non ha ancora digerito, ma ne è passato di tempo, il derby del 1964-65 quando l’Inter con quel successo raggiunse il Milan di Liedholm in testa al campionato e poi andò a vincere lo scudetto. Nel Milan c’erano Cesare Maldini, Rivera, Trapattoni, nell’Inter allenata da Helenio Herrera c’erano Jair, Corso, Mazzola, Suarez e Giacinto Facchetti. Ma questa è un’altra storia. Gianluca Rossi, sogna ancora ad occhi aperti quando rivede le immagini del derby vinto fuori casa nel 2000 con i gol di Zamorano e Di Biagio. Il passato, il presente e il futuro del Milan e dell’Inter, le incomprensioni tra le due società: sono solo alcuni dei temi affrontati in questa intervista.
Carlo Pellegatti: Sì, sono sempre stato milanista.
Gianluca Rossi: No, sono cresciuto in una famiglia milanista e la prima volta a San Siro ho visto proprio il Milan. Poi chissà per quale motivo, forse ho conosciuto persone meno arroganti, mi sono avvicinato all’Inter.
Pellegatti: Quello del 6-0, ma il più intenso è quello dell’1-1 in Champions.
Rossi: Il più bello, perchè inatteso, è stato quello del 5 marzo 2000, Milan-Inter 1-2 con gol di Zamorano e Di Biagio. Era la stagione di Lippi. Inatteso perchè eravamo senza Ronaldo e Vieri. Il più emozionante resta l’ultimo con la papera di Dida, anche se in generale mi piace vincere il derby in casa del Milan.
Pellegatti: Il derby arbitrato da Sbardella, se non ricordo male nella stagione 1964-65, finì 5-2 per l’Inter con l’espulsione del peruviano Benitez. Il Milan dilapidò un vantaggio di 7 punti e con quella sconfitta si fece raggiungere dall’Inter, che alla fine vinse lo scudetto.
Rossi: Mi ha molto infastidito la sconfitta maturata all’andata (24 ottobre 1999) sempre con la gestione Lippi: gol di Weah all’87’. Mi bruciò parecchio perchè era sei anni (dal novembre del 1993) che in campionato non perdevamo un derby in casa.
Pellegatti: SuperPippo Inzaghi.
Rossi: Spero Dida, uno di noi, anche se so che non giocherà. Allora spero in Kalac.
Pellegatti: Il duello Ambrosini-Cambiasso.
Rossi: Sarebbe bella la sfida Balotelli-Pato. Chiaramente Pato ha una maggiore esperienza internazionale, ma mi piacerebbe vederli uno di fronte all’altro per farmi un’idea di chi sia più forte.
Pellegatti: Per il Milan, senza dubbio. Se dovesse vincere si avvicinerebbe anche il discorso Champions, troppo importante anche per le strategie future.
Rossi: Questo derby ricopre un’importanza storica. L’Inter ha la possibilità di vincere lo scudetto, far perdere la partita della vita al Milan ed espugnare San Siro. Quest’ultima è la parte più intrigante: cioè vedere al 90’ i musi lunghi degli stewart e dei responsabili della comunicazione. Il Milan, però, sta meglio, così dicono. Non a caso ha spezzato le reni a squadre di rango internazionale come la Reggina e il Livorno. Speriamo in un pareggio (scoppia a ridere, ndr). A parte le battute, l’Inter sta meglio rispetto a un mese fa.
Pellegatti: Shevchenko.
Rossi: Cambiasso, anche se storicamente direi Berti con la mitica frase “meglio sconfitti che milanisti”
Pellegatti: Sì, è meritato.
Rossi: Assolutamente sì. Questo titolo dà valore anche ai due precedenti, non dimentichiamoci che anche il Milan aveva richiesto il famoso scudetto a tavolino di tre anni fa.
Pellegatti: È mancato un attaccante nel girone d’andata.
Rossi: Può essere considerato lo scudetto di Mancini. Ha superato gli infortuni, i problemi dello spogliatoio, la delegittimazione del presidente e il dopo Liverpool. Ha perso Dacourt e ha dato fiducia a Pelè, ha perso Ibra e ha trovato Balotelli.
Pellegatti: Flamini e Zambrotta sembrano sicuri, Ronaldinho è vicino. Servono un difensore e un centravanti.
Rossi: Potrebbe arrivare Hleb, oltre alle piste che già si conoscono di Aquilani e Konko.
Pellegatti: Gilardino sembra sul piede di partenza, Cafu e Serginho potrebbe smettere. Anche Dida può andare via.
Rossi: Andranno via Figo, Maniche e spero in maniera definitiva Adriano e Recoba. Bisogna continuare con il progetto Mancini. Materazzi dovrebbe capire che può rendersi ancora utile alla causa: subito dopo il gol domenica si è sfogato, ma poi è corso ad abbracciare Stankovic, che nello spogliatoio è considerato un uomo di Mancini.
Pellegatti: Nessuno dei due, abbiamo Abbiati.
Pellegatti: Drogba e Mario Gomez.
Rossi: Mi piace da morire Hleb, il bielorusso dell’Arsenal.
Pellegatti: Ibrahimovic.
Rossi: Gattuso: l’ho sempre apprezzato.
Pellegatti: Non fu un regalo, il Milan se li comprò.
Rossi: Seedorf non lo rimpiango più di tanto perchè all’epoca si scelse di puntare su Dalmat, ma l’errore poteva starci. La cessione di Pirlo è invece stato l’errore più grosso, superiore a quello di Roberto Carlos. Con Pirlo l’Inter sarebbe stata a posto tatticamente per diversi anni.
Pellegatti: Da parte del Milan non c’è nessun problema. Il Milan non soffre l’Inter: è l’Inter che anche se è in testa al campionato ha un complesso di inferiorità nei confronti del Milan.
Rossi: L’importante è che tutto resti negli sfottò. Il calcio non rientra nelle dieci cose più importanti della vita. Sono un viaggiatore (per capire basta vedere il sito www.gianlucarossi.it) prima che un tifoso.