«Rossi» è il cognome più diffuso in Italia, a tal punto da venire spesso usato alla stregua di «Tizio» e «Caio» come indicazione generica. Ma degli oltre 80.000 «Rossi» presenti in Italia, uno solo è Campione del Mondo e Pallone d’oro. I Mondiali sono quelli di Spagna del 1982 e il Rossi in questione è Paolo, detto Pablito, che portò l’Italia alla vittoria diventando anche miglior realizzatore della competizione. Lui, che come titola la sua biografia, ha fatto «piangere il Brasile», oggi esperto commentatore sportivo per Sky Sport, ci dice cosa pensa di Milan, Inter e Nazionale.

Domenica a San Siro si giocherà un derby molto particolare: l’Inter ha l’occasione unica di festeggiare lo scudetto davanti ai rivali di sempre, ma il Milan potrebbe rovinargli la festa. Un pronostico?
Impossibile fare pronostici per questa partita. Ogni derby fa storia a sé, questo soprattutto. Il Milan è obbligato a vincere per cercare di agguantare il quarto posto, mentre l’Inter ha la possibilità di riaffermare la propria superiorità su questo campionato. Sarà senz’altro una bellissima partita. Se mi devo sbilanciare, vedo un Milan leggermente favorito, con qualche carta in più da giocare, proprio per questa sua assoluta necessità di punti. I nerazzurri invece non rischiano di perdere il titolo: la Roma è lontana e una eventuale sconfitta non pregiudicherebbe nulla.

Il Milan è una squadra da rifondare?
Bisogna sicuramente ringiovanire la rosa, molti giocatori iniziano a essere un po’ “datati”. Non serve comunque una rivoluzione, solo un rinnovamento, ma mi sembra che si siano già attivati sul mercato. Ronaldinho stesso è un grande giocatore e sarebbe utilissimo a qualsiasi squadra. Dipenderà dal tipo di investimento che la società sarà disposta a fare, anche perché con gli stessi soldi si possono rinforzare anche altri reparti. L’utilità non si discute, anche se forse non è una necessità. I rossoneri infatti possono già contare su un giocatore come Kakà e c’è il rischio che si pestino un po’ i piedi.

L’Inter ha dominato e vinto gli ultimi campionati. In cosa deve migliorare per regalare vittorie internazionali ai propri tifosi?
La rosa dell’Inter è tra le migliori d’Europa e sono sicuro che in futuro le vittorie europee arriveranno. La Champions League è una competizione particolare in cui una partita sbagliata ti può condannare. È fondamentale essere in condizione quando si iniziano ad affrontare le avversarie che contano e solo le squadre al top tra febbraio e giugno possono giocarsela. Quest’anno l’Inter ha incontrato un grande Liverpool mentre stava attraversando un momento psico-fisico non molto positivo. Non credo che sia un problema di mentalità perché l’Inter ha gli uomini giusti.

Quali giovani l’hanno colpita di più in questo campionato? C’è qualcuno in cui si rivede?
Paloschi e Balotelli sono due giocatori straordinari. A dire il vero non mi rivedo in loro o in qualche giocatore in particolare, perchè ogni giocatore ha la sua storia e le sue caratteristiche. Questi due pur avendo 18 anni dimostrano una maturità incredibile, che io ad esempio a quell’età non avevo. Bisognerà comunque tenerli d’occhio nei prossimi anni. Penso che non deluderanno. Pato invece è uno di quei giocatori di cui ci si innamora quando tocca la palla. Ha qualità incredibili e l’ha dimostrato, anche in un anno di transizione e di inserimento nel nostro calcio. Ha già fatto 8 gol in campionato e cose interessantissime. Può solo migliorare.

C’è un giocatore che sta attraversando un difficile momento e che come lei e nessun altro detiene un particolare record: Campione del Mondo , capocannoniere dei Mondiali e Pallone d’oro nello stesso anno. Questo giocatore è Ronaldo. Crede in un suo ritorno sui campi, dopo l’ennesimo infortunio e l’ultimo scandalo che lo ha investito?
Stiamo parlando probabilmente del più grande attaccante degli ultimi 20-30 anni. Un giocatore che, purtroppo, ha avuto infortuni seri, gravissimi. L’ultima operazione dovrebbe essere andata bene. Ora tocca a lui. Non è più giovanissimo: dipenderà dalla sua testa, dalle motivazioni. Il rumore che arriva dal Brasile non aiuta, ma tra un mese non se ne parlerà più. È un grandissimo, speriamo possa tornare.

Un flash sulla Nazionale, a cui la sua carriera di calciatore è legata in modo unico. Come vede la squadra azzurra agli Europei?
Il girone con Francia, Olanda e Romania è sicuramente difficile: sono tutte squadre di livello. La Romania sembrerebbe la più abbordabile, ma non lo è. Saranno tutte partite complicate. Detto questo, rimango fiducioso. Donadoni ha fatto bene e non era affatto semplice raccogliere l’eredità di Lippi dopo la vittoria del Campionato del Mondo. Ha fatto un grande lavoro, ricompattando il gruppo, azzeccando le scelte e superando difficoltà e scetticismo. Ora dovrà scegliere tra due giocatori di esperienza che stanno giocando in maniera straordinaria: Inzaghi e Del Piero. Uno dei due rimarrà a casa perché Toni, Quagliarella e Di Natale verranno convocati sicuramente. Penso che la spunterà Del Piero, anche a dispetto di Cassano, che è un talento incredibile, ma pagherà le sue “pazzie”.