Flavio Tranquillo non ha bisogno di presentazioni. Per tutti gli amanti della palla a spicchi è autorita assoluta e le sue telecronache garantiscono anche a chi non ha particolare familiarità col basket di appassionarsi e potersi godersi una partita. Comincia la sua carriera radiofonica nel 1981 come seconda voce delle partite dell’Olimpia Milano assieme a Federico Buffa, per poi diventare primo commentatore. Fa il suo esordio televisivo nel 1985, dapprima come delegato di produzione degli Sport Americani sulle allora reti Fininvest (attualmente Mediaset), quindi come giornalista e telecronista sportivo per Italia 1, TV Koper Capodistria, Tele+ ed attualmente per SKY Sport. La sua competenza, padronanza di linguaggio ed esperienza ne fanno, a tut’oggi, uno dei migliori giornalisti sportivi della penisola. Facciamo con lui un panoramica a 360° sul basket italiano, dai playoff agli emigranti in NBA.



Partiamo dall’ingresso di Armani nell’assetto societario dell’Olimpia Milano: ipotesi “possibile” o “probabile”?

Si può parlare di “possibile” e “probabile” quanto si vuole ma ho paura che finchè non succede sia difficile parlare di quello che sarà. Credo quindi che prima si debba definire il passaggio delle quote e poi, quando sarà definito, se sarà definito, ovviamente ci renderanno noti i programmi. Prima diventa un po’ difficile fare certe valutazioni.



Quindi siamo ancora nell’ordine di semplici voci?

Sicuramente quella dell’intervento di Armani è una cosa di cui si parla molto ma non è stata ancora veramente definita. Di conseguenza, come tutte le trattative, è soggetta a qualsiasi soluzione. Il sentore è che si possa fare però probabilmente le voci che sono uscite sono uscite un po’ troppo presto rispetto al reale stato di avanzamento della cosa, siamo ancora nell’ordine di un grosso interesse ma assolutamente ancora nulla di definitivo.

Continuando a parlare del fututo: Gallinari sarà il terzo italiana ad approdare, nel giro di tre anni, in NBA?



Il discorso Gallinari ormai riguarda solamente lui. E’ lui infatti che deve decidere se stare o meno nel draft e regolarsi di conseguenza. Anche li non è stata ancora presa una decisione finale.

Ma il suo passaggio, e più in generale quello di questi talenti, può avere in qualche modo un effetto benifico sul basket italiano, anche solo come ritorno in termini di popolarità, o è un male assoluto?

Sicuramente la partenza di Bargnani, Belinelli e Gallinari, se andrà via quest’ anno piuttosto che l’anno prossimo, è indubbiamente una perdita di qualità del nostro campionato. Altrettanto indubbiamente questo fenomeno se gestito con intelligenza può essere una carta importante da giocare perchè aumenta la credibilità del basket italiano nella sede più importante in assoluto.

Quello dell’emigrazione a stelle e strisce è un trend destinato a consolidarsi?

Per certi versi ci si può augurare di avere un giocatore che possa ogni anno andare nell’NBA, per altri versi non è necessario che siccome ce ne sono stati tre in tre anni ce ne siano altrettanti nei prossimi. Anche perchè non ne vedo altri tre, anche se è possibilissimo che qualche giocatore nel futuro prossimo emerga al punto da provare il passaggio oltre oceano.

In generale come giudichi l’esperienza dei due italiani che hanno provato il grande salto?

Ritengo che i due giovani talenti non siano abituati dall’esperienza italiana, e in generale europea che hanno vissuto fin’ora, a fare quello che devono fare là, ovvero competere per ritagliarsi minuti da giocare, e quindi abbiano qualche difficoltà sotto questo punto di vista. Mentre in Italia il problema era giocare 30 o 31 minuti, ora il problema è se giocare o non giocare e questa è una prospetiva non facile per chi non è abituato a viverla. Credo che lo shock culturale sia stato quello per entrambi, pur nelle diverse categorie visto che poi per Bargniani il discorso non è se giocare o non giocare, mentre per Belinelli si. Ma la sostanza in fondo è quella. E’ ovvio che poi ci sono mille differenze tra la nostra realtà e quella Usa, ma la cosa principale per cui stenticchiano credo sia questa.

Venendo al basket giocato: come vedi il cammino di Milano nei playoff?

Credo sia fondamentale la prima serie perchè vincendola si guadagna l’accesso sicuro in Eurolega. Quindi credo si giochino tutto li. Montegranaro è una delle squadre che ha giocato meglio in stagione regolare, ha giocato anche, per qualità, meglio di Milano, però l’AJ ha tutte le possibilità di giocare per vincere la serie. Ha veterani, è abituata a giocare a ritmo basso, ha quello che io ritengo il miglior giocatore del campionato: sono tutte cose che nei playoff potrebbero essere la differenza tra una vittoria di uno e una sconfitta di uno che credo saranno quelle che decideranno una serie che comunque sarà equilibratissima.

Per la vittoria finale non c’è neanche da chiederlo?

Si, credo non sia neanche da chiederlo, anche se poi potrebbe benissimo non vincere Siena. Però il pronostico logico, e al momento l’unico che si può fare, deve essere Siena. L’unico ostacolo adesso potrebbe essere rappresentato dalla sconfitta in final four: una settimana a pensarci, il fatto che gli avversari non hanno niente da perdere. Però onestamente faccio fatica a pensare che possano uscire al primo turno. Possono magari perdere una partita, anche la prima al limite, ma uscire mi sembra difficile. Quella sconfitta non può incidere al punto da perdere la serie. Poi, più avanti, bisogna vedere in che condizioni arriva Roma, con quali giocatori e con quali prospetive. Mi sembra che Roma e Milano siano quelle che comunque abbiano la possibilità teorica di provare a giocare. Possibilità che per ora è stata veramente solo teorica perchè sono state battute quattro volte in una maniera talmente netta che non si può non tenerne conto.

Un ultima battuta sul suo possibile ingresso nella dirigenza dell’Olimpia, richiesta a gran voce dai tifosi

(Ride) E’ giusto che i tifosi facciano i tifosi e i proprietari facciano i propietari. E i giornalisti i giornalisti.