Nella tappa odierna in terra siciliana sul traguardo di Agrigento si è imposto Riccardo Riccò, della squadra Saunier Duval, in una volata di un gruppetto ristretto. Secondo Danilo Di Luca della Lpr-Ballan, terzo Rebellin della Gerolsteiner e quarto Franco Pellizotti, il delfino di Bibione, della Liquigas, tutti con lo stesso tempo.
La tappa si è rivelata piuttosto monotona. La classifica generale, molto corta, con cui si è ripartiti oggi da Cefalù (50 corridori in 30”) ha, di fatto, bloccato la corsa. C’erano troppi corridori e troppe squadre che ambivano alla vittoria per potere sperare di allungare senza essere ripresi. Spiace, ad ogni modo, constatare che in pochi ci abbiano provato. Sui saliscendi delle Madonie l’unica fuga è stata quella dello svizzero Loosli della Lampre e del francese Roy della Française des Jeux. Col francese spesso arrancante sulle “salitelle” siciliane e Loosli sempre ad aspettarlo.
I due arrivano al traguardo Expo2015, vinto dallo svizzero. Poi i due si rialzano, dopo che Saronni, direttore della Lampre, chiede al suo uomo di fermarsi e vengono ripresi nella parte pianeggiante conducente al mare, dopo aver toccato un vantaggio massimo di oltre 8 minuti sul gruppo. Gruppo tirato dalla squadra della maglia rosa, la Slipstream. Ad Agrigento in zona-arrivo cominciano le lunghe trenate delle squadre Lpr-Ballan, Liquigas e Diquigiovanni, che sgranano e sfiancano il gruppo. Salitella affrontata a tutta, primo passaggio sul traguardo, tutti i protagonisti vicini, poi la lunga discesa che dalla Valle dei Templi riporta i corridori ad Agrigento, con la Lpr sempre a tirare per Di Luca.
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Sulla salita che ha riportato per la seconda volta i corridori nella Valle dei Templi, il primo a scattare è il campione di Spagna, Joaquin Rodriguez, quando mancano ancora 1 km e ½ al traguardo, mentre Piepoli lancia il compagno di squadra Riccò, e Savoldelli porta sin sotto il traguardo il compagno Di Luca.
Più che una volata degli ultimi metri, in questa tappa si è assistito ad un’apnea lungo tutto il finale, col gruppo in fila indiana, e tutta la salita finale affrontata, d’un fiato, appunto, di volata. Ad ogni allungo davanti seguiva un distacco dietro, e tra le vittime bisogna menzionare la Maglia Rosa, Vande Velde, e il campione del mondo Bettini. Alla fine Riccò riprende Rodriguez, autore comunque di uno spunto fenomenale e la spunta sul Killer di Spoltore, Di Luca, e sui due veneti, Rebellin e Pellizzotti.
La Maglia Rosa va comunque a Pellizotti che, tra i primi, era il meglio piazzato in classifica. Nella nuova classifica generale il veneto della Liquigas può contare su di un solo secondo di vantaggio sulla vecchia Maglia Rosa, l’americano Vande Velde, ora secondo, mentre si trovano terzi, a pari merito a 7”, Di Luca e Possoni.
Per quanto riguarda la prospettiva di vittoria finale, Riccò e Di Luca (nonché i compagni di squadra Piepoli e Savoldelli) hanno lanciato segnali importanti: loro ci sono, e sono già in forma. Dà segnali positivi anche Contador, che in salita ha dimostrato di non essere così fuori condizione come voleva far credere. Per il primo appuntamento importante, a Pescocostanzo, mancano ancora alcuni giorni, e lo spagnolo avrà modo di trovare la gamba. Menchov invece non si è mai fatto vedere nelle avanguardie del gruppo, mentre Simoni si è perso nel finale. Ottima anche la forma di Pellizotti, che nei passati Giri ha sempre dimostrato di esserci, pur trovando, sempre e immancabilmente, una giornata storta in montagna che lo buttava fuori dalla classifica. Se saprà gestirsi sarà uomo da tenere d’occhio, soprattutto a Pescocostanzo e Cesena, perché ha dei numeri, e lì farà valere. In una corsa di 3 settimane, però, queste considerazioni sono più spunti di riflessione, che parole definitive: la strada che porta a Milano è appena cominciata.
Domani arrivo a Milazzo, per l’ultimo giorno siciliano. 221 km attorno all’Etna (GPM di Maletto) e poi tanta, tantissima pianura, lungo la bella costa siciliana, da Taormina a Messina, per poi risalire la punta alta della Trinacria e lanciarsi in una volatona di gruppo sulle strade milazzesi, dove i Mille sconfissero l’esercito Borbonico. Un omaggio all’anima liberale italiana tipico del Giro, sempre attento a visitare quei luoghi che stanno nella memoria del popolo italiano, dai santuari a Garibaldi.