Joe (Giuseppe) Tacopina è assurto alle cronache recenti per il suo coinvolgimento nella telenovela della vendita più smentita della storia, quella della A.S. Roma, in cui gli è stata attribuita la veste di rappresentante di George Soros, il finanziere di origine ungherese noto per avere costretto nel 1992, con le sue operazioni finanziarie, la sterlina a svalutare, guadagnando attorno al miliardo di dollari secondo le stime di allora.
Joseph Tacopina è un famosissimo avvocato penalista italo-americano, padre romano, doppia cittadinanza italiana e USA, studio a Manhattan, una filiale a Milano, tifoso della Roma. La sua notorietà deriva dall’aver difeso molti personaggi famosi, in cause penali e civili, vincendone la stragrande maggioranza, anche quando le probabilità di vittoria erano molto basse. Per citare qualche caso noto anche in Italia, ha partecipato al collegio di difesa nel processo a Michael Jackson e ha evitato l’estradizione in Italia di Giorgio Chinaglia accusato di aggiotaggio e tentata estorsione nell’affare Lazio; Tacopina ha anche assunto recentemente la difesa di Amanda Knox nella vicenda di Perugia.
L’avvocato Tacopina ha anche una intensa attività di comunicazione, come risulta dal sito del suo studio, apparendo spesso in televisione e sulla stampa. In effetti, la home page è abbastanza inusuale per uno studio di avvocati, normalmente molto seriosi, essendo costellata di definizioni della stampa molto laudative, tra le quali basti citare l’autorevole New York Times: «Mr. Tacopina rappresenta nella difesa in tribunale ciò che Donald Trump rappresenta nell’immobiliare». Secondo il più mondano GQ Magazine è «L’avvocato più popolare nel paese», ma l’originale aggettivo “hot” usato su GQ dà un guizzo in più.
Si direbbe che Giuseppe Tacopina tenga molto alle sue origini italiane e, non solo ha un ufficio a Milano, ma in questa città è anche socio di un ristorante I chiostri di San Barnaba, situato dietro il Tribunale. E, soprattutto, è un appassionato tifoso della Roma. Si trova così al centro delle dichiarazioni, smentite, controsmentite, richieste della Consob, no comment di Soros e via dicendo che hanno trasformato il titolo della Roma in una specie di Far West, come detto da qualche commentatore. In questi ultimi giorni il titolo è andato su e giù, con ripetute sospensioni ora al ribasso, ora la rialzo, e con il passaggio di mano di diversi punti percentuali di capitale.
Se l’interesse di Tacopina per la Roma ha quindi più di una giustificazione, molti si sono chiesti quale potesse essere l’interesse di Soros, che non parrebbe noto per una particolare passione né per l’Italia (a suo tempo giocò anche contro la nostra moneta) né per il calcio. La risposta è stata data individuando la società che sarebbe stata veicolo per l’acquisto, la Inner Circle Sports, una banca di investimento e consulenza finanziaria specializzata in società sportive e dello spettacolo. L’ultima operazione è stata la gestione dell’operazione di acquisto del Liverpool Football Club, strappato a un fondo del Dubai con un investimento di 240 milioni di sterline.
Nella ridda di voci che contraddistingue questa storia un po’ pazzesca, ad un certo punto si è fatto anche il nome di John J. Fisher, industriale dell’abbigliamento casual e sportivo (tra gli altri, suoi i marchi The Gap e Banana Republic), già proprietario di squadre americane di baseball e soccer e con una quota nel Celtic di Glasgow.
Il punto comico, o meglio grottesco, della vicenda sono le ripetute smentite, ormai vicine alla ventina, della famiglia Sensi, le cui uniche conseguenze sono il continuo saliscendi del titolo, la cui quotazione rimane comunque quasi il doppio rispetto ad aprile.
L’ultimo atto di questa specie di commedia all’italiana si svolge negli Stati Uniti, attraverso le contrastanti versioni del New York Post e del NY Daily News. Il primo, mercoledì dava per scontata la vendita della Roma e a questa attribuiva la presenza di Tacopina nella capitale, ribadendo questa versione anche il giorno dopo. Giovedì il Daily News, citando fonti vicine a Soros, affermava che il finanziere aveva in effetti manifestato un iniziale interesse per la Roma ma che ora, contrariamente a quanto pubblicato dal Post, questo interesse non esisteva più. Il portavoce di Soros ha rifiutato peraltro ogni commento ufficiale. Al di là di questo allineamento americano alla bagarre italiana, sono interessanti alcune considerazioni del Daily News relative ad un altro possibile acquirente dietro la visita di Tacopina, Frank Cascio, altrimenti conosciuto come Frank Tyson, che Tacopina aveva difeso durante il processo a Michael Jackson. La fonte sarebbe lo stesso Cascio, secondo un articolo apparso su Vanity Fair, cosa peraltro smentita da Tacopina. Il giornalista di Vanity Fair, John Connolly, aggiunge che, dietro l’interesse per l’Italia di Tacopina, vi potrebbero essere ragioni connesse ad un processo in corso in cui Joe è coinvolto come difensore. L’avvocato ha mandato una mail al Daily News dicendo che non può dire nulla circa le trattative sulla Roma, ma che non può comunque lasciare gli Stati Uniti perché ha tre importanti casi giudiziari da seguire nel prossimo autunno.
A questo punto, si capisce perché il Daily News ha pubblicato l’articolo nella sezione “Gossip”.
A parte il gossip, come abbiamo già avuto modo di sostenere, speriamo che Tacopina possa riuscire nel suo tentativo di trovare un acquirente che possa far grande la Roma, come merita.