Gli ascolti tv hanno ripagato gli sforzi e sono stati buonissimi nelle tappe di montagna, il segmento della Giro all’arrivo nella tappa del Mortirolo si è attestato sul 30% con 3.900.000 telespettatori

Rai. L’organizzazione produttiva di un evento tv come il Giro d’Italia è uno sforzo notevole e la Rai debbo dire che è stata brava: si sta avvicinando come qualità al Tour de France. Le riprese sono state buone, così come la regia che non si è persa mai nulla. L’informazione è stata completa e puntuale. La squadra è rodata e si vede. Voto 8



I telecronisti in moto Fabretti e Pancani. I corridori vanno a mille soprattutto in discesa e non bisogna aver paura a stare sul sellino posteriore della moto. Sempre concentrati e attivi, mai banali. Voto 8

Auro Burbarelli .Sta prendendo il cuore dei tifosi, non è il mitico De Zan, ha ancora tanta strada da fare, ma è preparato. Ogni tanto qualche scivolone lo fa, soprattutto quando cita i contesti storici e geografici delle città sembra che legga un bigino, ma per lo sforzo gli diamo comunque un buon giudizio. Voto 7



Davide Cassani. È stato un buon gregario, ma è meglio come commentatore tecnico, non gli sfugge nulla, conosce tutto e tutti ed è un buon comunicatore. Belle le sue clip di anticipazione delle tappe. Voto 8

Sigle. Un neo c’è: le varie sigle della trasmissione erano un po’ scialbe come confezione grafica, soprattutto le scritte rosse su sfondo rosso. Voto 5

Organizzazione. Un buon Giro d’Italia, un plauso alla Gazzetta dello Sport e ad Angelo Zomegnan direttore di Rcs sport: la scelta del percorso è stata più che buona, ma sono state le tappe di montagna ad esaltare un grande spettacolo, sia agonistico che di partecipazione degli appassionati. Sui passi del Pordoi, Falzarego, Marmolada, Gavia e Mortirolo, i ciclisti si son dati grande battaglia. Lì il Giro ha preso consistenza, i corridori sono usciti allo scoperto e la gara si è esaltata. Vista la classifica generale prima dell’ultima tappa, anche la scelta di correre una cronometro e non una passerella é stata lungimirante. Voto 8

Ciclisti. Ci può essere il più bel percorso che si vuole, ma se i partecipanti non fanno girare i pedali tutto è inutile. È uno degli sport più faticosi, ma certo i ciclisti non si sono risparmiati e in montagna si è visto. Solo per lo sforzo voto 9



Alberto Contador. Era in vacanza, è venuto in Italia per starci una settimana, ma poi c’è rimasto salendo sul podio più alto Lo spagnolo ha vinto meritatamente il Giro. Forse doveva essere attaccato nella prima settimana. Voto 10

Emanuele Sella. È emerso tra tutti, sue tre tappe di montagna, considerato un ciclista medio, dopo le imprese vittoriose è entrato nei cuori degli sportivi dove ancora forte è il ricordo di Marco Pantani. Speriamo continui così. Voto 9

Riccardo Riccò. Ha un futuro davanti, è giovane e potrà migliorare. È arrivato all’ultima tappa a 4” da Contador, di meglio non poteva fare. Ha esternato forse un po’ troppo in tv. È una promessa. Voto 8

Pubblico. Gli appassionati sono tanti e si è visto in tv. Le ali di folla che si aprivano al passaggio dei corridori erano impressionanti. Complimenti a tutti coloro che si sono fatti chilometri di fatica (tappe alpine) per vedere passare i ciclisti. Voto 8

Tra le migliaia di tifosi c’è sempre qualche pecora nera che corre a fianco dei corridori urlandogli in faccia oppure dando pacche sulle spalle. Il telecronista Auro Burbarelli ne ha apostrofato uno che ancora un po’ faceva cascare Di Luca con questo è veramente un cretino. Concordo, ai pecoroni voto 2

Dieci anni fa il re del Giro fu Marco Pantani, ieri al passo del Mortirolo, Cima Pantani, innumerevoli striscioni gli rendevano gloria. In tutte le tappe sono stati tantissimi i cartelli e le scritte sull’asfalto. Una dimostrazione d’affetto enorme, non solo un eroe sportivo, ma un uomo che nonostante la sua tragedia è rimasto nel cuore dei tifosi. Emanuele Sella ce lo ha reso attuale con i suoi scatti e le sue vittorie in montagna, ma il paragone è impossibile. Onore a Marco e ai tifosi che continuano ad acclamarlo.