Josè Mourinho sbarca a Milano e lo fa senza tradire il suo stile. Una conferenza stampa di 40 minuti in cui ha regalato già diverse chicche del suo repertorio e in cui ha ribadito di essere arrivato in una squadra speciale, dove vuole vincere senza stravolgere l’organico che è già ottimo. Parla già un italiano fluente il tecnico perché, come lui stesso afferma, è intelligente e capisce le domande nascoste tra le righe. Dunque taglia corto e dichiara di aver avuto il primo contatto con Moratti dopo l’uscita dell’Inter dalla Champions. E quando gli chiedono di Lampard evita la risposta dicendo “non sono mica un pirla”. Ma quello che più interessa ai tifosi è che vuole una squadra di 21 uomini più tre portieri: saranno di conseguenza solo tre i nuovi innesti.
A questo punto non resta che capire quali saranno i nuovi arrivi, e la rosa di nomi non è poi così ampia: Deco, Lampard o Essien per il centrocampo, Droga o Eto’o davanti. Portiere e difesa non dovrebbero essere cambiati. Sono nomi altisonanti, ma se Mourinho è arrivato a Milano vuol dire che ha avuto garanzie dal presidente, anche perché il tecnico portoghese è stato abituato negli ultimi anni ad avere un budget molto alto per il mercato. Da risolvere poi le situazioni in bilico. Cesar, Solari e Maniche sono quasi sicuramente in partenza e a questi si aggiungono Adriano, Crespo, Suazo, Burdisso, Materazzi e Stankovic che hanno situazioni incerte, ancora da definire e che potrebbero essere gestiti come pedine di scambio per arrivare ad altri giocatori.
Da chiarire poi anche la posizione di Balotelli, strigliato da Branca per le pretese avanzate dai suoi fratelli manager, ma parzialmente difeso dal nuovo tecnico che ha sottolineato come l’età non conti perché quando si è forti è giusto voler giocare a tutti i costi e avere maggiori garanzie.