Il Cammi Calvisano si è laureato campione d’Italia battendo con un rotondo 20-3 il Benetton Treviso nella finale che si è giocata ieri allo stadio “Brianteo” di Monza.
Per i bresciani, che hanno giocato 7 delle ultime 8 finali scudetto, è il secondo titolo della storia, dopo quello conquistato nel 2005.
Lo scudetto arriva al termine di una stagione conclusa in testa alla classifica ed è stato conquistato con un match fatto di intensità e rabbia, in cui i gialloneri hanno dimostrato di avere più voglia e più grinta, guidando la partita dall’inizio alla fine, almeno nel punteggio. La meta annullata al trevigiano De Jager al 37’ del primo tempo (prima di appoggiare palla a terra tocca la bandierina) poteva essere la svolta del match peri biancoverdi. Ma l’arbitro, aiutato dalla moviola in campo (Tmo) annulla giustamente. Così l’equilibrato primo tempo si conclude 3-0 per Calvisano, grazie al calcio realizzato da Griffen. Proprio il mediano di mischia è con 10 punti (4 su 5 nei piazzati) uno dei protagonisti dell’incontro, che si accende in un secondo tempo confuso e divertente. Il Cammi passa al 10’ della ripresa con una combinazione Ghilardini, Purll, Treloar. Griffen trasforma.
Il Benetton abbassa la testa ma non ha più la lucidità del primo tempo, e il Calvisano chiude con la meta di Pratichetti. Al 35’ rissa sfiorata per un placcaggio in ritardo di Louw su Griffen, che reagisce con un pugno innescando una serie di colpi proibiti. Finisce fuori solo il trevigiano Gooden però, per insulti all’arbitro. I fischi e il lancio in campo delle manone della coreografia da parte delle tifoseria trevigiana chiudono una partita ricca di tensione e polemiche, vinta con merito dal Cammi Cavisano.
Mvp della finale è il 23enne tallonatore Gheraldini che, nonostante l’età, è già capitano dei gialloneri e nel giro della nazionale.