Cairo vuol vendere il Torino? No, però… «Nessuna follia. Non ho intenzione di rovinarmi per il club»: le dichiarazioni riportate di Urbano Cairo, riportate ieri da tuttomercatoweb, lasciano qualche perplessità nel popolo granata. Il Presidente ha intenzione di mollare? A questa domanda il numero uno del Torino risponde con delle frasi che non fanno molta chiarezza: «Il Toro non è in vendita, e voglio dirlo chiaramente. Tant’è che quando alcuni mesi fa qualcuno si è fatto vivo, io non l’ho neppure incontrato: non è mai stata mia intenzione vendere. Partendo da questo presupposto, però, se io investo 30 e c’è chi vuol investire 100, per amore del Toro sono anche disposto a farmi da parte: voglio restare presidente granata per i prossimi 10 anni ma non voglio stare in Paradiso a dispetto dei Santi. Io per il Toro mi faccio un mazzo così, gli dedico più della metà del mio tempo e voglio fare le cose bene. Ma non possiamo competere con chi incassa cinque volte più di noi».
Insomma, per “troppo amore” potrebbe anche capitare che Urbano Cairo decida di farsi da parte. E come si legge in un’intervista rilasciata a La Stampa il patron del Torino cerca di uscire dalla morsa delle critiche riportando l’attenzione su alcuni fatti positivi della gestione del suo Toro. Ne riportiamo alcuni stralci.
Presidente, qual è il futuro del Toro?
«Voglio tenere il Torino dieci anni, ma senza restare in Paradiso a dispetto dei santi. Tradotto: non ho alcuna intenzione di passare la mano, nessun disimpegno. Poi, se arriva qualcuno e mi dice che è disposto ad investire 100 sul mercato mentre io investo senza fare più follie dettate dalla fretta, allora posso anche farmi da parte e stare a vedere cosa succede. Io parlo di cose realistiche».
Perché questa precisazione?
«Oggi nel calcio di soldi ne girano davvero pochi. Quello che fattura il Torino è il rapporto di uno a sei con i grandi club, ma non solo. Pensate al Napoli, hanno uno stadio da 60 mila posti e ricavano due volte e mezzo quello che ricaviamo noi. Fate questo ragionamento e capirete come si muove il mercato».
Qualche telefonata per chiederle il futuro del club c’è stata?
«So che si è fatto vivo qualcuno, ma non ho nemmeno risposto. Ripeto, il Torino non lo cedo, dico solo che dopo tre anni nel calcio non voglio ripetere certi errori. Il Toro è già fallito una volta, non dovrà riaccadere mai più».
Un mercato, per ora, senza colpi granata.
«Come diceva Churchill “piano, piano che ho fretta…”. Al Torino servono tre nuovi acquisti, giocatori che prenderemo senza farci travolgere dalla frenesia. Ai tifosi dico che questo è il mio modo di agire, questo è quello che faccio e farò. Basta trattative dagli effetti mediatici, arriverà chi è funzionale alla causa, magari anche l’ultimo giorno di mercato. In tre anni ci ho rimesso di tasca mia quasi 13 milioni di euro. I soldi delle tv? Tutti per gli stipendi della squadra».
Un po’ di nomi. Klasnic è dietro l’angolo?
«Klasnic è un ottimo attaccante, ma non c’è solo lui nella nostra agenda».
Nella lista c’è anche Amoruso?
«Stiamo parlando di un ragazzo di valore».
E Diego Milito?
«Milito costa 15 milioni di euro, non è alla nostra portata considerando anche l’età che ha».
A che punto è la trattativa per Abate?
«Dipende dal Milan. Noi gli abbiamo offerto un ingaggio di 300 mila euro, c’è il nodo del prolungamento del contratto fra il giocatore e il club rossonero da risolvere prima di ogni altra mossa».