Di Bruno Conti
Se muore Franco Sensi è come se morisse la Roma, ma la Roma è immortale e per me lo è anche Franco Sensi. Non ne riesco a parlare al passato, non lo faccio, non ci riesco. La brutta notizia me l’ha data Marco Staffoli, il marito di Rosella, poco fa. E adesso non so ricordare in poche righe tutto quello che Franco Sensi ha fatto e ha dato alla Roma. Ricordo le sue parole di quel giorno del 2005, giusto intorno al mio cinquantesimo compleanno, Delneri era appena andato via: «Bruno, in questo momento c’è bisogno di qualcuno innamorato della Roma, c’è bisogno di te». Me lo diceva con la sua espressione dolce e ferma, toccando le corde giuste, come ha sempre saputo fare. Non potevo tirarmi indietro, ho deciso di accettare quel compito nel momento stesso in cui lui usava quelle parole. Lui e io ci capivamo così, in uno sguardo, uniti dall’amore per questa maglia che il presidente ha indossato così fieramente fino all’ultimo giorno. Lui è la Roma, più di me, più di tutti. Non si fermava mai, tutto e sempre per il bene della Roma. La Roma, questa Roma, era, anzi, è la sua Roma. Lui ha creato tutto questo, Rosella continuerà il lavoro. E suo papà rimarrà sempre al suo e al nostro fianco (da ll Romanista).