«Di fare 10 partite spettacolari da qui al Sudafrica non mi frega proprio nulla. Conta solo quel che sarà tra due anni: se vinciamo sempre 4-0 e poi al Mondiale usciamo al primo turno verrò massacrato. Anzi, se è così anche di più. L’unica musica che mi interessa è la vittoria». Parola di Marcello Lippi. Dichiarazioni di una guerra da giocare in trincea, in linea con quanto recentemente aveva espresso Clarence Seedorf nei confronti del suo Milan: i risultati prima del bel gioco. La prestazione contro Cipro e gli svariati infortuni che hanno messo fuori causa Gamberini e Gattuso hanno fatto nascere qualche preoccupazione di troppo in vista della partita di stasera, anche se l’avversario si chiama Geogia e occupa il numero 77 del ranking internazionale. In più la condizione generale degli azzurri non sembra ancora ottimale. In particolare quella di Luca Toni, sul quale però il viareggino sembra voler puntare ancora: «Di Natale giocherà dal primo minuto, ditelo alla gente di Udine. I tifosi del Bayern invece accendano la tv e ci seguano: così soddisferanno la loro curiosità».



Per il momento il campo di gioco del Friuli è ancora occupato dal palco per il concerto di Vasco Rossi, l’uomo dalla “vita spericolata”. Ma, precisa Lippi, stasera «non voglio un’Italia spericolata, ma semplicemente un’Italia vincente». Non si nasconde dunque l’allenatore, preferendo mantenere un profilo basso. E poi qualche soluzione nuova, un tridente inedito e tre o quattro nuovi innesti dal primo minuto, più i tre cambi in corsa, e soprattutto maggior equilibrio con Camoranesi sulla linea d’attacco. Anche perchè l’assenza di Gattuso toglie a Lippi l’unico uomo in grado di equilibrare il modulo a tre punte. Di qui la formula provata nell’allenamento di oggi al Friuli, più moderata rispetto a sabato: Camoranesi avanzato , il centrocampo a tre con Pirlo-De Rossi-Aquilani e Di Natale al fianco di Toni. Poi nel secondo tempo ci sarà spazio per due tra Iaquinta, Gilardino e Del Piero.



«Il mio obiettivo – ha concluso Lippi – è tornare a casa con sei punti in due partite: poi ci ritroveremo a ottobre, con una condizione migliore e qualche uomo in più. E vedrete che sarà un’altra situazione. Intanto con la vittoria vediamo di crescere, e non è difficile rispetto a Cipro. Non mi interessa lo spettacolo, mi basta un’Italia decente e dignitosa ma che vinca. E tra due anni, al Mondiale, ritrovarmi con una nazionale dal cuore grosso e due palle così…». Ha le idee chiare anche Antonio Di Natale, che qua è di casa e sul quale saranno puntati i riflettori stasera: «Una volta dicono che non sono maturo per la Nazionale, un’altra, adesso, che sono il trascinatore? Ormai ho 31 anni, ne ho vissute di tutti i colori. Io le cose le dimostro sul campo».