Abbiamo chiesto a Nando Sanvito, giornalista sportivo di Mediaset, di raccontarci cosa non va nel Milan di questo inizio stagione.
Il tema caldo del giorno è, ovviamente, il Milan: cosa sta succedendo ai rossoneri?
Quella che è stata fatta sul Milan è una scommessa “impossibile”. Il presidente Berlusconi ha scelto, anche per motivazioni derivanti dal suo ruolo, di puntare su una campagna acquisti molto particolare e di scommettere che questo tipo di squadra, così com’è uscita dalla campagna acquisti, possa avere una sua identità vincente e possa reggere il confronto con la massima serie, con l’ambizione di scudetto. E’ ancora presto per dire se questa scommessa sarà persa o vinta, anche perché finora quasi tutti i giocatori della rosa non hanno potuto essere allenati in modo continuativo e in modo da affinare schemi e moduli. Gli impegni delle nazionali,le Olimpiadi e gli Europei lo hanno impedito. Situazione aggravata da un mercato last minute. Dunque mi sembra giusto dare un lasso di tempo, diciamo almeno fino alla prossima sosta di campionato, per vedere se l’allenatore è in grado con questo materiale umano a disposizione, di dare identità e competitività alla squadra.
Seedorf però, nelle sue dichiarazioni seguite alla sconfitta in amichevole contro il Lugano, esortava i compagni a “correre”, a dare di più. Manca dunque qualcosa anche nel tono fisico complessivo del club?
Questa non sarà mai una squadra di corsa, sia per ragioni anagrafiche sia per ragioni tecniche. E’ vero però che se giocano tutti da fermi, ci possono anche essere undici campioni in campo ma non si vincono le partite. C’è una via di mezzo insomma tra giocare da fermi e avere una squadra di corridori instancabili. Il Milan in questo momento non ha tra i suoi elementi quel minimo di corsa e di movimento senza palla che potrebbe dare imprevedibilità alla manovra.
La società però, pure consapevole di queste difficoltà, pare iniziare a dubitare dell’allenatore…
La società in questo momento è vigile su Ancelotti perchè vuole verificare se l’allenatore ha la duttilità e la fantasia per gestire la situazione. Ancelotti è in una condizione particolare nei confronti di via Turati dal momento che aveva fatto richieste ben diverse per il mercato, come del resto lo aveva fatto molte altre volte in passsato, e non è stato accontentato. Tuttavia ha accettato di restare sulla panchina del Milan e di consegueza si è preso le sue responsabilità.
Quanto influisce per Ancelotti il fatto di non essere stato ascoltato in sede di campagna acquisti?
Shevchenko non è Adebayor in quanto a caratteristiche tattiche. Dei 6 attaccanti in rosa solo Inzaghi e Borriello non fuggono dall’area di rigore, si possono cioè considerare centravanti veri. Kakà là davanti perde le sue caratteristiche di incursore, Pato e Shevchenko amano svariare, Ronaldinho ha bisogno un punto di riferimento dentro l’area. E’ vero che il Manchester ha vinto una champions league senza un vero centravanti, ma la dinamicità di Cristiano Ronaldo, Rooney o Tevez e del centrocampo degli inglesi non ha nulla a che vedere con la staticità e il titic e titoc della manovra rossonera. Penso, e lo credono anche i dirigenti, che per valorizzare al meglio questo organico si debba puntare sul 4-2-3-1, un modulo dove il centravanti è fondamentale. Poi c’è anche un problema psicologico. Qualcuno ha fatto presente che c’è un certo imborghesimento all’interno del gruppo, più concentrato ormai sugli impegni extrasportivi che sul rendimento in campo. Ancelotti è sempre stato dialogante e conciliante. Sono tutte valutazioni che in questo mese andranno fatte
Quale potrebbe essere quindi la soluzione ideale per valorizzare tutti questi talenti?
Io credo che occorra essere realisti. Questa squadra non troverà mai un equilibrio: comunque la tiri la coperta sarà sempre corta. Con il 4-2-3-1 i quattro difensori devono stare bloccati, non c’è bisogno di terzini che vadano all’assalto perchè avendo quattro giocatori davanti che non tornano o che comunque coprono poco, è chiaro che poi gli altri sei devono rimanere quasi sempre bloccati. E’ anche vero che la retroguardia non è quella che ci si era immaginati. Perché Nesta, che è un signor giocatore, ormai è poco affidabile dal punto di vista fisico, lo stesso Kaladze fatica ad entrare in condizione. Senderos per adesso ne ha sempre una. Maldini è solo un tampone d’emergenza. Ancelotti fa bene a schierare nei quattro dietro almeno tre centrali. Detto questo è chiaro che sarà sempre una squadra scompensata, si dovrà rassegnare ad imbarcare tanti gol, sfruttando la trazione anteriore per farne uno più dell’avversario: l’obbiettivo non sarà vincere 1-0 ma probabilmente 3-2 o 4-3. La difesa non si può migliorare, si lavori dunque sulla fase offensiva. E’ chiaro che questo non è molto nelle corde di Ancelotti, ossessionato, anche giustamente, dalla fase difensiva. Ma ora come ora non ha gli elementi per farlo. Ha invece tanti campioni davanti, bisogna ritrovare un minimo di forma fisica e di corsa, perchè da fermi non si va da nessuna parte, e poi puntare sulla trazione anteriore. E non è detto che sia sufficiente
Un tipo di gioco, questo, che necessita che qualcuno venga sacrificato…
Chiaro che questo tipo di modulo farà delle vittime eccellenti, nella rotazione potrà a volte stare fuori anche Pirlo oltre che Seedorf, Jankulovski avrà meno spazio. Ci sono comunque alternative, anche di modulo ovviamente, il 4-2-3-1 non è la formuletta magica da proporre sempre ma consente di gestire la rosa in modo che tutti si sentano partecipi visto che l’esclusione sistematica di qualcuno può poi minare il gruppo e riproporre i vecchi vizi di Ancelotti di puntare sempre e solo sugli stessi.
Domani partono anche le competizioni europee. Com’è la situazione attuale delle “big”?
Il Milan ha alcuni problemi peculiari. Ma altri sono comuni a tutti. Se guardiamo la classifica Roma e Fiorentina fanno bella compagnia. Se guardiamo all’Europa il Barcellona ha fatto un punto in due partire, e ha anche già perso nel preliminare di Champions in Polonia. Se guardiamo il Real Madrid ci sono scompensi anche lì, ieri ha vinto 4-3 ma ha perso la prima. E’ chiaro che una stagione post Olimpiade e post Europeo porta conseguenze spiacevoli: le grandi faticano ad assestarsi perchè tra mercato lungo e nazionali, gli allenatori hanno poco tempo a disposizione per varare la squadra prima del campionato e devono dunque vararla in corsa. Quindi queste caratteristiche sono comuni. Poi ci sono club che essendosi trovati prima per i loro impegni (intertoto o preliminari) sono riuscite a far quadrare le cose prima, come la Juve, come il Liverpool. Così come è vero però che ce ne sono altre che si sono trovate prima e continuano ad avere problemi, non ci sono regole fisse. La stessa Inter ha pareggiato in Supercoppa, vincendo poi ai rigori, ha pareggiato la prima, la seconda l’ha vinta con due autoreti.