Spettatore non pagante per oltre un’ora, fa venire qualche brivido con un paio di rilanci di piede non precisissimi. Nel finale chiude bene l’angolo a Floccari costringendo la punta orobica a tergiversare perdendo l’attimo propizio.
Sulla sua zona di competenza Padoin poteva essere un osso duro, invece il brasiliano sfodera una prestazione finalmente convincente soprattutto in fase difensiva. Non disdegna neanche qualche pericolosa incursione offensiva dimostrando di aver trovato l’intesa giusta con un Taddei apparso quasi completamente recuperato.
Se l’Atalanta non tira praticamente mai in porta buona parte del merito è anche del biondo difensore francese, al ritorno in campo dopo l’infortunio. Guida con autorevolezza la linea a quattro, si produce in una travolgente azione personale e annulla lo spauracchio Floccari che chiude la partita con lo sconfortante score di zero tiri in porta.
Stesso discorso fatto per Mexes, con l’aggiunta di una rete, la terza in gare ufficiali in stagione, che sblocca una partita che poteva farsi insidiosa col passare dei minuti. Un’altra prestazione notevole per l’eterno difensore giallorosso, sempre più attaccante aggiunto nello scacchiere di Spalletti.
Mostra segni incoraggianti di risveglio giocando con maggiore tranquillità rispetto alle scialbe prestazioni precedenti. Aggredisce con convinzione e svolge i compiti difensivi con diligenza e senza sbavature. La Sud, ancora in attesa di ammirare le sue celeberrime doti balistiche, invoca a gran voce la sua conclusione dalla distanza e il norvegese risponde lasciando partire una saetta che termina alta. La mira è ancora da aggiustare ma il coraggio inizia ad intravedersi.
Ci vuole un pallottoliere per tenere il conto delle palle recuperate a centrocampo e davanti alla difesa. Dopo Genova, in cui aveva giocato in posizione più avanzata, ritorna nel ruolo a lui più congeniale e i risultati si vedono: un’altra partita di grande sacrificio per un giocatore sempre troppo sottovalutato, che a Roma ha fallito una quantità davvero esigua di occasioni quando è stato schierato in campo e che ha sempre accettato con serenità il ruolo di riserva.
Stavolta sulla sua fascia agisce un Cicinho in stato di grazia e per l’altro brasiliano è tutto più facile. Martella con insistenza il lato sinistro della difesa atalantina e, in coppia con l’ex Real Madrid, costringe Del Neri a sostituire un Padoin in evidente difficoltà dopo meno di quaranta minuti. Nella ripresa delizia con alcuni numeri da giocoliere mai fini a sé stessi.
La linea a quattro alle spalle di Vucinic limita gli inserimenti del centrocampista azzurro che, infatti, resta un po’in ombra fornendo più che altro aiuto in fase di contenimento. Non una prestazione da incorniciare ma un utile contributo utile ad annullare la pericolosa linea mediana atalantina.
Sta trovando, in questa stagione, maggiore continuità rispetto al passato, sciorinando prestazioni ben oltre la sufficienza in serie. Oggi meno decisivo del solito in fase di realizzazione ma preziosissimo in rifinitura. C’è il suo zampino in quasi tutte le azioni da gol giallorosse grazie ai duetti di prima sia con Vucinic che con Menez.
Ancora una volta parte da sinistra con la tendenza ad accentrarsi, contrariamente a quanto richiesto da Spalletti. Ha talento e personalità e lo dimostra puntando costantemente l’uomo, andando a cercare il dribbling in modo quasi ostinato. A volte pecca di egoismo ma è sulla buona strada sia del recupero fisico che dell’inserimento negli schemi giallorossi. Peccato per quella palla tolta dai piedi di Perrotta con il francese finito ormai in fuorigioco e un’occasione da gol sfumata in quel modo. Dal 22’s.t. : Si rivede in campo con la maglia della Roma dopo una stagione in Toscana, tra le fila del Grossetto, anche a causa dell’emergenza che costringe Spalletti a portare in panchina anche i giovani Brosco e Filipe. Entra nel momento di maggior pressione degli uomini di Del Neri e si piazza sulla fascia destra, spostando Taddei a sinistra. Nel finale rimedia un giallo per una brutta entrata, comunque può essere un buon rincalzo in situazioni come quella di oggi.
Deve avere un paio di polmoni extra perché dopo aver giocato da titolare già sei partite su sette ha ancora la forza di andare a fare sempre pressing sul portiere e su tutta la difesa avversaria. Nonostante lo sfiancante lavoro lì davanti, si fa trovare lucido come sempre e realizza una rete (la prima in campionato, seconda in gare ufficiali dopo quella di Milano in Supercoppa) da vero rapace dell’area di rigore. Si litiga un paio di punizioni con Aquilani e Riise, dialoga bene con Menez, è ancora una volta un punto di riferimento essenziale per i compagni, anche nei momenti più difficili. Dal 34’s.t. : Il possente ragazzone non ancora ventenne torna a giocare nel ruolo di prima punta, anche se solo per una manciata di minuti. Trova comunque il modo di farsi notare con una bella azione personale conclusa con un assist in area sventato dalla difesa nerazzurra, mettendo in mostra altruismo e grandi doti sia tecniche che fisiche.