Il matrimonio tra Ronaldinho e il Milan è datato 16 luglio. Da quel giorno in poi un’escalation di euforia per il popolo rossonero, lo sbarco a Milano e le prime dichiarazioni, la presentazione a S.Siro davanti a 40.000 spettatori, il boom di abbonamenti. Poi l’attesa, le Olimpiadi e un avvio così così. C’era chi stortava il naso, chi riteneva che il suo acquisto fosse stato solo un amuleto, un’esca per riempire lo stadio. Ieri il feeling si è riacceso. In campo dal primo minuto, qualche numero accattivante, un tiro al volo dopo uno scambio con Kakà degno del miglior “futbol bailado” e, soprattutto, il gol.



Forse è presto per sostituire il manto verde del Meazza con la sabbia di Copacabana e vendere Capirinha sugli spalti al posto del mitico caffè Borghetti, ma di certo la rete che ancora mancava al brasiliano è una svolta importante: «Segnare nel derby è una grande emozione. L’esultanza? E’ stata spontanea e istintiva per la grande gioia che ho provato. Speravo nel gol, mi mancava segnare. Ho trovato il primo gol nel derby e il primo con la maglia del Milan. Sono felice anche perchè tutti ci tenevamo a fare un bel regalo per il compleanno del presidente Silvio Berlusconi. Penso che la squadra oggi abbia giocato una grande gara, contro una squadra forte come l’Inter. Questa vittoria ci dà fiducia». A fine gara tutti ad abbracciarlo, a dimostrare al Gaucho di essere uno del gruppo. E lui sembra già essere entrato nella mentalità della famiglia Milan: «Questa è la mia casa, questo è il mio stadio, questo Milan è la mia famiglia. L’affetto dei tifosi per me è importantissimo, io lo sento, lo avverto anche mentre gioco e ho il pallone tra i piedi. E’ fantastico. Il Milan aveva bisogno di allegria e io sono venuto qui per questo motivo».

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