L’Italia con la Serbia (il 6 settembre), l’Ungheria (il 10), la Finlandia (il 13) e la Bulgaria (il 17) si gioca la qualificazione agli Europei di basket. Ma con una sola vittoria e tre sconfitte gli azzurri rischiano seriamente il passaggio alla fase finale. Dal 1930 ad oggi non era mai successo che l’Italia rischiasse una mancata qualificazione. L’Italia, che esporta in Nba i Bargnani, i Belinelli e i Gallinari, è fanalino di coda in Europa. Sicuramente è un dato che deve far riflettere. Dalle colonne della stampa Dino Meneghin ha accusato anche i giocatori (in particolare Bargnani e Belinelli, perchè Gallinari è infortunato) che rifiutano la nazionale, ipotizzando anche una sorta di squalifica. In questa intervista Flavio Tranquillo, giornalista televisivo e massimo esperto di basket, commenta la situazione del movimento italiano: «senza un investimento serio dei club sui giocatori dai 17 ai 22 anni non si va lontano». All’Italia, che nel suo curriculum può vantare due titoli europei (1983 e 1999), servono tre successi, certo fa un po’ specie pensare che la Bulgaria e l’Ungheria siano diventati i nostri spauracchi.



Il basket italiano non offre ampie garanzie. Quali possono essere le cause?

Un discorso lungo e complesso. Non si può prendere come riferimento solo gli ultimi risultati o fermarsi solo alla Bulgaria e all’Ungheria.

Meneghin ha proposto anche di squalificare i giocatori che non rispondono – senza valide motivazioni – alla convocazione in nazionale. Cosa ne pensa?



Beh, questi giocatori sono pagati dai club. Per loro il basket è un lavoro, una ragione di vita e di sostentamento. Non serve alcun decreto, non si può imporre nulla per decreto. Ogni atleta pensa alla sua carriera. Se l’infortunio di Ginobili dovesse essere più grave del previsto si profilerebbe un danno economico di 30/40/50 milioni di dollari. Certo il caso Ginobili non si può applicare in tutto e per tutto alle situazioni di Belinelli e Bargnani.

Paradossalmente l’Italia sforna i vari Bargnani, Belinelli e Gallinari, ma non riesce a far crescere il livello medio degli altri giocatori.



Non parlerei di un livello medio, ma di un fatto di produzione. Non funziona la macchina: non c’è uno sviluppo dei giocatori tra i 17 e i 22 anni: purtroppo non vengono seguiti in questa fascia d’età. Bisogna lavorare sui meccanismi economici che possano portare le squadre a lavorare sui più giovani. Un decreto per far giocare un certo numero di giocatori in A non cambia le cose.

Nonostante queste premesse, l’Italia può strappare il pass per l’Europeo?

Non lo so, di certo è in salita. La qualificazione può arrivare. Poi magari tornano Belinelli, Bargnani e Gallinari e vinciamo l’Europeo o andiamo a medaglia. Bisognerebbe fare una discussione seria a proposito di competizioni ricche di fascino, ma collocate in periodi della stagione senza senso.

E per quanto riguarda il campionato, tutti a inseguire Siena?

Siena resta la favorita. Parte in pole position, ma alcune squadre hanno talento per competere. La differenza è che Siena ha un nucleo solido nel tempo.

E Milano dove si colloca?

Per Milano vale lo stesso discorso. Giocatore per giocatore affronta Siena ad armi pari. Resta da scoprire come questi giocatori interagiranno questi giocatori: dovranno lavorare parecchio per trovare gli automatismi giusti.

Gli occhi degli appassionati sono rivolti anche oltreoceano. Dobbiamo aspettarci delle novità dal basket americano?

La situazione mi sembra fluida. È l’ultimo anno prima del 2010 (l’anno in cui molti potranno svincolarsi dai loro club, ndr): potrebbero cambiare molte cose. È difficile esprimersi prima di avere visto sul campo le squadre: sarebbero un po’ chiacchiere da bar.