Vestirà la maglia numero dieci, quella che un tempo veniva portata su e giù per il campo da Roberto Mancini. Giampaolo Pazzini sa di essere arrivato al tempo della maturazione. Venticinque anni da compiere in agosto il «Pazzo» cerca il rilancio, qualcuno direbbe la giusta consacrazione, con i blucerchiati. Prima di lui altri hanno colto l’opportunità di rigenerarsi a Marassi. A Firenze ormai i rapporti si erano deteriorati sia con il mister Prandelli sia con la tifoseria. Non è facile vivere all’ombra prima di un mostro sacro come Luca Toni e poi dover lasciare la scena a un redivivo Alberto Gilardino. Ecco allora che la Samp con la consueta lungimiranza di Beppe Marotta ha fatto la prima mossa ed è stato amore a prima vista. Cresciuto ed esploso nelle giovanili dell’Atalanta, il centravanti di Pescia non può aver smarrito il talento, può – questo sì – aver perso un po’ di fiducia in se stesso. L’investimento della società di Garrone dovrebbe garantirgli la giusta tranquillità. Avrà la fortuna di giostrare accanto ad Antonio Cassano che è capace come pochi di risolvere le gare. Il modulo di Mazzarri – a differenza di quello di Prandelli con un’unica punta centrale il più possibile opportunista e due laterali – dovrebbe favorirlo.
Non avrà una concorrenza serrata e anche questo può essere sicuramente un punto a suo vantaggio. Marotta, tre anni dopo la scelta Cassano, ha capito che era il momento giusto per tentare l’ennesimo recupero di un giocatore, anche per dare una svolta al campionato non certo brillante della Samp. Oltre a Pazzini in questi giorni si era parlato molto anche di un interessamento per Adriano e per Balotelli. Individuata la pedina di scambio (Bonazzoli, un classico ariete che non garantisce molto movimento) gradita alla Fiorentina, la trattativa con i viola si è sviluppata rapidamente. Sulla carta Pazzini rappresenta uno degli attaccanti italiani più completi: bravo nel gioco aereo, nel far salire la squadra e con un buon senso del gol. Non ha un tiro eccezionale, ma ha complessivamente notevoli margini di miglioramento. E’ il classico centravanti che segna (9 gol nella passata stagione), ma soprattutto fa segnare. Pazzini riprova così un trasferimento a gennaio dopo quello che nel 2005 l’aveva fatto arrivare alla corte dei Della Valle. Si presentò con molte aspettative, in parte riuscì a guadagnarsi l’affetto del pubblico.
L’ingaggio di Gilardino gli ha precluso la possibilità di giocare con una certa continuità, il resto è storia dell’altro ieri. A Marassi di tanto in tanto farà capolino anche il Ct Marcello Lippi che oltre a Cassano avrà come osservato l’ex viola. Il «Pazzo» attende il suo momento con l’auspicio di poter vivere nella nazionale maggiore le stesse emozioni provate con l’Under 21. Nel frattempo i tifosi gli chiedono di colmare il gap che separa i blucerchiati dai grifoni. Questa è la prima sfida da caricare sulle spalle. Felice di essere a Genova, contento di tornare a stupire.
(Luciano Zanardini)