Abbiamo chiesto a Nando Sanvito, giornalista sportivo di Mediaset, di raccontare, in esclusiva per ilsussidiario.net, i retroscena della vicenda Kakà e il vero perché della fumata nera.

Kakà è rimasto. Scelta di cuore?

Sentire per 90 minuti lo stadio cantare il tuo nome e ritrovarti nel mezzo di una nevicata i tifosi sotto casa ad incitarti credo tocchi il cuore di chiunque, ma penso abbiano influito altri fattori.



Quali?

Se dall’altra parte del tavolo ci fosse stato il Real Madrid o il Chelsea, Kakà avrebbe detto no? Non credo. Di fatto gli intermediari (Giuliano Bertoluccci, Vlado Lemic, Kia Joorabchian, Ernesto Bronzetti) che in questi 3 mesi hanno condotto le trattative con la famiglia del giocatore, col City e col Milan avevano raggiunto un accordo che stava bene a tutte le parti in gioco, ma Kakà alla stretta conclusiva non se l’è sentita – giustamente – di fare un salto al buio.



Ma i dirigenti del City accusano il Milan di essere stati chiusi ieri in una stanza senza cibo e acqua e senza poter incontrare i dirigenti rossoneri…

Adriano Galliani li aveva già incontrati la settimana scorsa nella sede del Milan, le firme c’erano già, e comunque Galliani era a disposizione se ci fosse stato bisogno. Ieri bisognava chiudere formalizzando nero su bianco davanti agli avvocati le cifre per il giocatore. E invece, presente il padre di Kakà, al momento del dunque hanno cominciato a tergiversare parlando di necessità di verifiche sulle sponsorizzazioni e amenità del genere, chiedendo tempo. Questo atteggiamento ha fatto capire anche al padre di Kakà oltre che a Silvio Berlusconi che il club con cui stavano trattando era fatto di dilettanti allo sbaraglio. Ora capisco che il loro negoziatore Garry Cook – con le sue dichiarazioni – si arrampichi sugli specchi per difendersi dall’ira dello sceicco, che gli sta chiedendo conto del fallimento dell’operazione, ma con dirigenti così incapaci il City farà poca strada. Meglio così per i tifosi milanisti…



Sembra però tornare a questo punto il tormentone Real Madrid …

Quando qualche giorno fa sono cominciate ad emergere tutte le perplessità di Kakà sull’operazione Manchester City, il suo portavoce brasiliano Diogo Koscho ha tentato di mettersi in contatto con Florentino Perez, che tutti indicano ormai come il futuro presidente del Real Madrid, ma Perez ha chiesto di pazientare, non era nelle condizioni di potersi muovere. Non c’è ancora una data per le elezioni al Bernabeu, ma è chiaro che Perez punterà su un asso nella manica per convincere gli elettori. Credo che questo asso sarà Rafa Benitez, l’attuale allenatore del Liverpool. C’è poi il nodo Cristiano Ronaldo da sciogliere: far valere l’accordo verbale già pattuito con Calderon oppure puntare su un altro cavallo? In questo caso potrebbe davvero rientrare in gioco Kakà, ma non certo alle cifre che sono girate in questi giorni con il City. Il Real Madrid non può alterare più di tanto gli equilibri salariali dello spogliatoio e già la conferma dell’attuale stipendio che Kakà prende al Milan sarebbe uno strappo. Le casse del real madrid inoltre non sono quelle dello sceicco Mansour e dunque Galliani si scordi i 100 milioni.

A quel punto converrà alle parti un accordo?

Ognuna dovrà fare i suoi conti, ma insomma l’ipotesi real madrid non è affatto così scontata.

Come escono il Milan e Kakà da questa vicenda?

Credo che sul piano dell’immagine qualcosa abbiano perso entrambi, ma è un’analisi che richiede più tempo