ESCLUSIVA MILAN – Leonardo in vista della posticipo serale contro la Roma cambierà il modulo di gioco. Ma oltre alla mancanza di risultati dietro la società rossonera si rincorrono voci di possibile cessione anche di quote di minoranza. Abbiamo chiesto a Nando Sanvito, giornalista sportivo di Mediaset, di analizzare la situazione in casa rossonera. Avanzando anche un’interessante ipotesi sulle possibile intenzioni del petroliere Taçi.
Riprende il campionato e, come anche tu suggerivi da tempo, Leonardo sembra aver deciso il cambio di modulo…
Così pare. Dovendo limitare i danni di una rosa scompensata tatticamente e anagraficamente, era inevitabile abbassare “la cresta” ed essere realisti. Meglio tardi che mai, il compito di Leonardo è difficile, temo anzi non basti neppure passare passare al 4-4-2 per ridare competitività alla squadra.
Cosa vuoi dire?
Come sempre la resa di un modulo dipende dagli interpreti, da quelli che chiami a suonare lo spartito. A Bergamo si è visto che anche col 4-4-2 la difesa è stata perforabile. Certo può dipendere da errori individuali, come forse in quel caso, ma credo che ad esempio davanti alla difesa centralmente vada affiancato a Pirlo qualcuno che abbia molto dinamismo. Tenere, come a Bergamo, un Flamini a destra nel centrocampo, è un’arma spuntata. Lui rende, come all’Arsenal, centralmente.
Fosse così semplice la soluzione…
E’ chiaro che stiamo parlando di uno solo dei fattori che può migliorare la fase difensiva dei rossoneri. Ma poi si è visto che il 4-4-2, se ti consente miglior copertura, inaridisce la fase offensiva. E qui non mi spiego il tabù Pirlo. Sembra che al Milan, al contrario che in Nazionale, suoni a bestemmia pensare di proporlo in un ruolo più avanzato. Capisco che se non hai davanti alla difesa uno coi piedi buoni (alla Beckham tanto per intenderci), la manovra arranca e quindi preferisci tenere Pirlo in quella posizione. Ma una volta recuperata la rosa al completo, contro qualche avversario, si può anche pensare a un 4-2-3-1 con Pirlo avanzato e due fra Pato, Ronaldinho o Abate larghi dietro alla punta.
Capitolo cessione del club, al di là delle assicurazioni di Berlusconi, ci sono novità sul fronte Taçi?
Un Milan valutato dal presunto venditore più o meno 1 miliardo di euro non mi sembra sia alla portata dell’intraprendente petroliere albanese. A meno che sia in partnership con qualcun altro molto più potente a livello economico.
Resta il fatto che Taçi si è esposto pubblicamente…
Il calcio è un ottimo veicolo di comunicazione. Il petroliere dell’Uzbekistan, Isok Akbarov, si è fatto conoscere nel mondo per aver offerto 40 milioni di ingaggio a Eto’o e per aver scucito 5 milioni al presidente Laporta, solo per ottenere una partitella a porte chiuse tra il suo Bunyodkor e il Barça di Messi nel campo di allenamento del Barcellona.
Quindi le avances di Taçi sul Milan sarebbero un puro escamotage pubblicitario?
Questo non lo so, lui ha buoni rapporti con Berlusconi, per nulla infastidito dalle sue esternazioni. Una quota di minoranza nel Milan o magari un ingresso in Fininvest in cambio di appoggi influenti per gli affari internazionali del petroliere potrebbe anche starci. Ma resto scettico.
Ritengo che Taçi sia più interessato a sedersi nel Consiglio di Amministrazione della Saras di Moratti che in via Turati. Gli basterebbe il 5% delle azioni. Ha due modi per farlo: rilevare la quota delle Assicurazioni Generali o rastrellare in Borsa azioni. Entrare in Saras, senza la benedizione della famiglia Moratti, è un’operazione quasi impossibile oltre che costosa. Credo che alla fine resterà un sogno proibito…