Premiership– Risultati della nona giornata di campionato
La seconda sconfitta esterna consecutiva del Chelsea consente al Man Utd, vittorioso contro il Bolton, di raggiungere la vetta con un punto di margine sui Blues: alle loro spalle, si confermano Arsenal, che ha una partita in meno delle top-two, e Tottenham, mentre rallentano Man City e Liverpool, condannata da un pallone da spiaggia alla quarta sconfitta stagionale.
In coda, si risolleva il Blackburn e affonda il West Ham, alla pari del solito Portsmouth.
Dopo Wigan anche il Villa Park, come 2 stagioni fa in una sconfitta che costò il posto a José Mourinho, risulta fatale al Chelsea di Carlo Ancelotti, superato 2-1 da un fortunato Aston Villa, a segno con i due centrali difensivi sugli sviluppi di corner che evidenziano lacune in fase di marcatura del difensore avversario da parte di Didier Drogba e colleghi.
I due assist di Ashley Young, altrimenti insufficiente e in preoccupante involuzione personale, consentono alla coppia Richard Dunne (già a segno contro il Man City)- James Collins di battere l’incolpevole Peter Cech e di ribaltare l’iniziale vantaggio del solito Drogba (papera di Brad Friedel), dopo un netto penalty negato a Gabriel Agbonlahor: il momentaneo vantaggio blu era stato comunque legittimato da un gioco fluido e da buone iniziative personali, con Deco in particolare evidenza nel solito assetto mediano “a diamante” schierato dal manager italiano, con Essien davanti alla difesa e Lampard-Malouda sugli esterni.
Reazione consistente dei capitolini a cavallo dei due gol subiti, in particolare con Drogba che si vede respingere da Collins (migliore in campo) una conclusione a botta sicura, mentre dopo la rete del gallese ancora Deco e Florent Malouda provano ad insidiare senza successo la porta difesa dal vegliardo americano, che nel finale deve superarsi su Nicolas Anelka, dopo che John Carew aveva buttato alle stelle una chance favorevole per il 3-1.
A nulla valgono gli inserimenti di Branislav Ivanovic e del rientrante Joe Cole, a referto dopo 8 mesi, che assistono alla seconda débacle stagionale dei Blues, superati immeritatamente da un Villa fortunato ad ottenere 3 punti conquistati sulle uniche 2 conclusioni pericolose, a fronte di una buona prestazione del Chelsea, sabato solamente impreciso in fase realizzativa e nelle marcature difensive sulle palle inattive: pensieri positivi per Carlo Ancelotti, quindi, atteso mercoledì dalla sfida contro l’Atletico Madrid a Stamford Bridge
Il Man Utd, con il risicato 2-1 ai danni del Bolton a Old Trafford, conquista il primato solitario della Premier, vetta importante prima dei difficili impegni di Mosca in Champions e di Liverpool la prossima domenica.
L’autogol di Zat Knight, che devia una testata di Michael Owen su assist del solito, irrinunciabile, Ryan Giggs e l’assolo di Antonio Valencia, il primo con la maglia dei campioni d’Inghilterra, sembravano aver chiuso meritatamente la contesa a favore degli uomini di Sir Alex Ferguson, che denotano un imprevisto calo fisico nella ripresa, che consente ai Trotters di rientrare in partita con
Matt Taylor, con suggerimento di Kevin Davies sul solito schema da palla inattiva (9 dei 10 centri stagionali del Bolton sono arrivati su questo refrain) e di sfiorare più volte il pareggio in un finale che vede lo United chiudersi in difesa con spirito da neopromossa e subire la rete di Ivan Klasnic, annullata per un mani di Ricardo Gardner.
Funziona bene la coppia offensiva Owen-Berbatov, in assenza dell’infortunato Wayne Rooney, quando costantemente supportata dagli esterni offensivi e difensivi (ottimo Gary Neville), a loro volta innescati dai piedi sapienti di Anderson: diverse le chance create dallo United nella prima mezz’ora di gioco, con Michael Owen e Johnny Evans respinti dalle parate di Jussi Jaaskelainen, il quale si ripete nella ripresa su un paio di occasioni a carico del positivo Dimitar Berbatov.
La rete di Matt Taylor, che sovrasta nello stacco Patrice Evra superando il rientrante Edwin van der Sar, carica gli uomini di Gary Megson, che sfiorano il pareggio con Ivan Klasnic, Chris Basham e soprattutto con Gary Cahill, sul quale l’estremo olandese deve superarsi, preservando un successo fondamentale per il Man Utd, atteso ora da due difficili impegni in trasferta nei quali non potrà contrare sulla stella Rooney.
Prosegue l’ottimo stato di forma dell’Arsenal di Arséne Wenger, che supera per 3-1 il Birmingham e conquista il settimo successo consecutivo grazie all’ottima prova di Robin van Persie, il quale realizza la prima rete (assist di Alex Song) e colpisce un legno nella ripresa, momento in cui i Blues, ravvivati dalla rete di Lee Bowyer che approfitta dell’uscita maldestra di Vito Mannone, sfiorano un insperato pareggio prima che Andrey Arshavin sigilli definitivamente la gara.
La tegola dell’infortunio ad un ginocchio rimediato dopo un quarto d’ora di gioco da Theo Walcott, alla prima stagionale da titolare, è l’unica notizia negativa per i londinesi, protagonisti di una buona gara che conferma il raggiungimento di un solido assetto di gioco, nonostante il turn-over orchestrato dal manager alsaziano in vista degli impegni di Champions contro i campioni d’Olanda dell’AZ e dei due derby di Premier contro West Ham e Tottenham.
Sotto lo sguardo del nuovo proprietario, il magnate di Hong Kong Carson Yeung, il Birmingham subisce per tutta la prima frazione il gioco mandato a memoria dai rossi, con Tomas Rosicky finalmente in evidenza ed un paio di volte alla conclusione pericolosa ed un centrocampo solido e propositivo nelle persone di Alex Song e Abou Diaby, autore della seconda rete: il tutto sarebbe sufficiente per una tranquilla gestione del match se il brianzolo Vito Mannone, discreto interprete negli ultimi match, non regalasse a Lee Bowyer uno dei suoi rarissimi gol con cui i blu delle West Midlands riaprono la contesa, prima di essere respinti dalla freschezza atletica dei Gunners, che colpiscono un palo clamoroso con Robin van Persie sugli sviluppi di una palla a due in area e sigillano il risultato con il folletto russo Arshavin, sfiorando anche a più riprese la quarta realizzazione con la punta olandese e con Diaby.
Buon momento per l’Arsenal, che recupera il divario generatosi con i due rovesci patiti su ambo le sponde di Manchester e si ripropone in zona titolo, avendo anche una partita da recuperare rispetto alle rivali capoclassifica: il rientro di Rosicky, unito ad una maggior solidità nella zona mediana ha sicuramente influito nelle ultime prestazioni anche se, per essere davvero a livello di Man Utd e Chelsea, resta da rivedere la fase difensiva, a tratti molto incerta.
Quarto rovescio stagionale per il Liverpool, che a Sunderland paga dazio ad una conclusione del solito Darren Bent deviata da un pallone da spiaggia (!) lanciato in campo da un giovane fan dei Reds: sfortuna a parte, le assenze per infortunio delle due stelle Steven Gerrard e Fernando Torres, un turn-over spinto (fuori Mascherano e Riera, in campo l’esordiente Jay Spearing, dall’Academy) oltre ad un inedito modulo con difesa a 5 (Johnson-Carragher-Agger-Skrtel-F.Aurelio), penalizzano gli uomini di Rafael Benitez, ora a rischio come già un paio di stagioni addietro, che si trovano nei due prossimi impegni settimanali ad affrontare Lyon e Man Utd, in un momento di palese difficoltà.
Gol fortunoso (e irregolare, se il Liverpool dovesse inoltrare ricorso probabilmente la gara sarebbe fatta ripetere) a parte, ottima prova degli uomini di Steve Bruce, con un asse mediano molto solido nella coppia Cana- Cattermole e Kenwyne Jones ad aprire spazi per le conclusioni di Darren Bent, sempre vivo e partecipe che, nel primo tempo, colpisce anche un palo esterno dopo un clamoroso errore di Daniel Agger in appoggio; gli uomini della Merseyside non abbozzano nessun tipo di reazione in mancanza di un centravanti di ruolo, compito ignoto anche ai subentrati Andrey Voronin e David Ngog, i quali comunque nel finale riescono ad impegnare Craig Gordon, dopo che il Sunderland aveva modificato il suo assetto con un’impronta più da transizione, con l’innesto del rapidissimo Frazier Campbell e l’esordio del neo-acquisto Boudewijn Zenden, uno degli ex della gara.
Grave crisi di risultati per il Liverpool, che ha in calendario due match di fuoco che forniranno immediati responsi: il recupero di un’identità di gioco, legata soprattutto ai due grandi assenti, oppure un ribaltone, episodio che i proprietari americani attendono con ansia dall’inizio del loro mandato.
Prova di maturità fallita per il Man City, che impatta 1-1 al DW Stadium contro un Wigan che si era portato in vantaggio con un tap-in di Charles N’Zogbia su conclusione di Hugo Rodallega respinta da Shay Given: l’immediata reazione degli azzurri porta al pareggio di Martin Petrov, il più in forma della squadra, prima che l’espulsione per doppio giallo dell’argentino Pablo Zabaleta costringesse gli uomini di Mark Hughes ad una strenua difesa del risultato (dentro Vincent Kompany in luogo dello spento Emmanuel Adebayor), che poteva addirittura variare a favore degli ospiti se il contestatissimo Alan Wiley (chiedere a Sir Alex Ferguson in merito) avesse sanzionato un chiaro rigore ai danni di Shaun Wright-Phillips, prima che Shay Given compiesse un grande intervento ai danni di Hugo Rodallega allo scadere.
Ora il calendario ed il rientro di Robinho potrebbero risultare favorevoli ai Citizens, che se la vedranno con Fulham, Birmingham e Burnley prima di incocciare nel Liverpool ad Anfield.
Negli altri incontri:
Terza posizione in classifica per il Tottenham di Harry Redknapp che, giocando praticamente solo 15 minuti, conquista a Portsmouth un prezioso successo ai danni del suo vecchio club grazie a Ledley King, su assist di Niko Kranjcar e a Jermain Defoe, prima del gol della bandiera di Kevin-Prince Boateng (14 presenze in maglia Spurs) e delle espulsioni dello stesso Defoe e di Michael Brown.
Tanti temi attendevano questa partita, innanzitutto l’accoglienza riservata a Mr.Redknapp (tiepida) e l’enorme quantità di ex presenti nei due fronti (Defoe, Niko Kranjcar, Peter Crouch, Brown, Boateng e Younes Kaboul), poi l’attesa di una conferma da parte dei Pompey dopo l’ottima prestazione di Wolverhampton prima della sosta.
Ne è uscita una partita dominata dagli uomini di Paul Hart (ora affiancato da Avram Grant, presenza ingombrante), che lamentano l’assenza di un vero centravanti quando Aruna Dindane spreca a ripetizione e si scontrano con l’unica prestazione positiva di Heurelio Gomes da quando ha messo piede oltre-Manica (grande parata su punizione di Boateng), a fronte della classica uscita da brividi di David James che spalanca la porta al rientrante Ledley King per lo 0-1, doppiato poi da Defoe su assistenza di Jermaine Jenas; la rete di Boateng riapre l’incontro, sigillato ancora da Gomes con una paratissima su Hassan Yebda e dall’inadeguatezza di Dindane, che fallisce una grossa occasione a portiere battuto.
Difficilmente i bianchi conserveranno ancora a lungo la terza piazza, ma per gli Spurs si tratta del miglior avvio degli ultimi 15 anni, mentre il Portsmouth è sulla strada giusta per riemergere dal fondo della classifica.
Fondamentale 3-2 del Blackburn sul Burnley, che si porta subito in vantaggio grazie a Robbie Blake per poi farsi travolgere da David Dunn, Franco Di Santo (primo gol in Premiership del giovane argentino di proprietà Chelsea su assist di Morten Gamst Pedersen) e Pascal Chimbonda, prima del gol della bandiera di Chris Eagles.
Partita scialba, troppo importante il risultato per i padroni di casa, che recuperano subito lo choc del gol subito a freddo e realizzano le 3 reti nell’arco della prima frazione di gioco, approfittando della terribile linea difensiva dei Clarets e sfiorando il quarto nella ripresa con il portiere Paul Robinson direttamente da rinvio.
Gli uomini di Owen Coyle sono difficili da decifrare: imbattuti in casa (4 successi con 7 gol realizzati e solo due subiti, caduti a Turf Moor anche Man Utd e Chelsea), tremendi in trasferta, con 5 sconfitte e 17 gol subiti, a fronte di solo 2 realizzati.
Sam Allardyce può invece gioire per questo successo, che porta i Rovers fuori dalla zona a rischio retrocessione e battezza il primo gol stagionale di Franco di Santo, che può risultare importante in questa stagione.
Una doppietta del redivivo James Beattie èsufficiente allo Stoke per superare un West Ham che non vince da 7 partite e sembra aver esaurito la verve apportata dai numerosi giovani presenti in organico: al rigore del centravanti di Lancaster, concesso per atterramento ai danni dell’ex Matthew Etherington, risponde una zuccata di Matthew Upson, ma lo Stoke concede il bis nella ripresa, coadiuvato anche dall’arbitro Martin Atkinson, che non concede un evidente penalty ai danni dello stesso Upson, che si vede aprire una ferita alla testa da Robert Huth.
Con Alessandro Diamanti a fianco del solitamente isolato Carlton Cole, gli unici a creare qualche chance per gli Hammers, la squadra di Gianfranco Zola si dimostra più vivace rispetto alle ultime prestazioni, ma gli svarioni difensivi condannano i londinesi alla penultima posizione in classifica, pegno da pagare per una rosa ai minimi termini, qualche errore in fase di investimento (Savio Nsereko, ora alla Fiorentina e Luis Jimenez) e il mancato salto di qualità di alcuni giovani.
Pareggio importante per il Wolverhampton a Goodison Park contro l’Everton di David Moyes, che solo al minuto 88 riesce a replicare alla rete di Kevin Doyle con il primo gol inglese dell’ex Lokomotiv Mosca Diniyar Bilyaletdinov.
Ancora imbattuto ma piuttosto deludente l’Everton, più brillanti gli arancioni, motivati dall’esordio della stella Michael Kightly e vicini alla rete in un paio di occasioni con Sylvan Ebanks-Blake, mentre i Toffeemen, strigliati dal manager scozzese dopo un primo tempo terribile, si risvegliano e trovano diverse conclusioni verso la porta di Wayne Hennessey, in particolare con il trio Saha-Jo- Bilyaletdinov.
Il Monday Night prevede la sfida tra Fulham e Hull City.
Classifica: Manchester United 22; Chelsea 21; Tottenham 19; Arsenal 18#; Manchester City 17#; Sunderland 16; Aston Villa 16#; Liverpool 15; Burnley 12; Stoke City 12; Everton 11 #; Wigan 10; Blackburn 10#; Bolton 8 #; Wolverhampton 8; Birmingham 7; Fulham 7 ##; Hull 7#; West Ham 5 #; Portsmouth 3.
# Una partita in meno (8 partite disputate)
## Due partite in meno (7 partite disputate)
Marcatori
8 reti Fernando Torres (Liverpool)
8 reti Darren Bent (Sunderland)
7 reti Didier Drogba (Chelsea)
6 reti Wayne Rooney (Man Utd)
6 reti Jermaine Defoe (Tottenham)
5 reti Louis Saha (Everton)
5 reti Robbie Keane (Tottenham)
5 reti Kenwyne Jones (Sunderland)
4 reti Thomas Vermaelen (Arsenal)
4 reti Emmanuel Adebayor (Man City)
4 reti Gabriel Agbonlahor (Aston Villa)
4 reti Carlton Cole (West Ham)
4 reti Francesc Fabregas (Arsenal)
4 reti Robin Van Persie (Arsenal)
Top 11:
1 Heurelio Gomes (Tottenham)
2 Gary Neville (Man Utd)
3 Pascal Chimbonda (Blackburn)
4 David Dunn (Blackburn)
5 James Collins (Aston Villa)
6 Ledley King (Tottenham)
7 James Milner (Aston Villa)
8 Kevin-Prince Boateng (Portsmouth)
9 Robin van Persie (Arsenal))
10 Darren Bent (Sunderland)
11 Ryan Giggs (Man Utd)
Flop 11:
1 Brad Friedel (Aston Villa)
2 Pablo Zabaleta (Man City)
3 Graham Alexander (Burnley)
4 Greg Halford (Wolves)
5 Ricardo Carvalho (Chelsea)
6 Daniel Agger (Liverpool)
7 Julien Faubert (West Ham)
8 Michael Kightly (Wolves)
9 Aruna Dindane (Portsmouth)
10 Steven Fletcher (Burnley)
11 Stefan Maierhofer (Wolves)
Prossimo turno:
Sabato 23 Ottobre 2009
Birmingham- Sunderland
Burnley- Wigan
Chelsea- Blackburn
Hull- Portsmouth
Tottenham- Stoke
Wolverhampton- Aston Villa
Domenica 24 Ottobre 2009
Bolton- Everton
Liverpool- Man Utd
Man City-Fulham
West Ham- Arsenal