CALCIO JUVENTUS – Perdere l’imbattibilità era, forse, nell’ordine naturale degli eventi, perdere al Barbera davanti a una squadra che aveva un disperato bisogno di punti ci può anche stare, perdere senza lottare non è ammissibile. Ciro Ferrara ha messo in campo una Juve spaesata e senza idee. Cosa è successo? Il punto dolente è il centrocampo, che senza Marchisio e Sissoko, ha mostrato gravi lacune nella corsa e nella fase di copertura.



Nella fascia centrale del campo servono, inoltre, due uomini bravi negli inserimenti, anche perché (tranne Camoranesi) la squadra risulta essere molto statica. Davanti Iaquinta si muove molto, mentre Amauri (come Trezeguet) ha bisogno di un gioco diverso. Da questo punto di vista l’ingresso di De Ceglie per allargare il gioco e per portare palloni in mezzo all’area è stato intelligente, ma non è bastato. Diego non è continuo, quasi timoroso, palesando chiaramente un difetto di condizione.

C’è poco sviluppo sulle fasce: non si può, infatti, pensare che Grosso e Zebina riescano ad accompagnare tutte le trame offensive. Il gioco della Juve passa al centro come si è visto chiaramente nel secondo tempo di fronte al muro rosanero. Anche in difesa sarebbe opportuno migliorare certi automatismi, per fortuna Buffon è tornato sui livelli di un tempo.

A questa Juve manca un giocatore in attacco (Alex Del Piero) capace di saltare l’uomo con un colpo di genio. Il capitano manca troppo a questa Juve, che altrimenti, non avendo gli uomini migliori al top della condizione, risulta molto prevedibile. Visto e considerato che il capitano è ai box, Ferrara deve pensare a qualcosa di diverso per sfruttare al meglio il peso specifico degli attaccanti. Sarà pure la prima sconfitta, ma le partite poco convincenti sono state parecchie (Chievo, Bordeaux, Livorno, Bologna e Palermo su tutte).

(Luciano Zanardini)