Premiership– Weekend 8
Il Chelsea si aggiudica meritatamente il big-match contro il Liverpool e ritorna solitaria in vetta, grazie al pareggio del Man Utd contro il Sunderland ad Old Trafford, mentre il Tottenham viene fermato a Bolton e l’Arsenal dilaga sul Blackburn, riportandosi in zona Champions, in attesa del Monday Night tra Aston Villa e Man City.
In coda, si sblocca il Porstmouth con il successo del Molineux contro il Wolverhampton, mentre il West Ham di Gianfranco Zola muove la classifica con un punticino rimediato contro il Fulham, ma occupa solitario la penultima piazza.
Il Chelsea supera una prova decisiva in termini di affermazione di competitività per il titolo, battendo 2-0 un Liverpool ora in crisi di gioco e di risultati, dopo il KO infrasettimanale contro la Fiorentina: decisive le reti nella ripresa di Nicolas Anelka e di Florent Malouda, ma fondamentale l’apporto del solito Didier Drogba, con due assist in cui evidenzia le sue enormi caratteristiche tecniche e fisiche, conditi dalla solita teatralità con la quale l’ivoriano si lancia per terra ad ogni minimo contatto con la difesa avversaria.
Match equilibrato nella prima fase, con molti contatti fisici al limite della lotta libera e nervi tesi, in cui il Chelsea mostra un migliore equilibrio tra reparti (Deco al posto di Malouda nell’11 iniziale) e crea una buona chance con Michael Ballack, subito replicata da una zuccata di Fernando Torres su centro di Dirk Kuyt, parata da Hilario, sostituto dello squalificato Peter Cech: una grande prova del capitano John Terry annulla ogni offensiva dei rossi, mentre l’altra bandiera Frank Lampard è decisiva nel rubare palla a Javier Mascherano e dare il via all’asse Deco-Drogba-Anelka, che firma la rete che sblocca la gara, chiusa nei minuti di recupero da un inserimento del neo-entrato Malouda, servito dal solito Drogba per un comodo tap-in sull’uscita errata di José Reina.
Nessuna reazione da parte dei Reds, che manifestano i soliti problemi in fase di costruzione di gioco, evidenti nelle altre 2 sconfitte stagionali in Premiership e in Champions contro la Fiorentina (insufficiente Lucas, non maturo per questi livelli ed inutile Albert Riera, dotato di scarsa personalità), con scarsi rifornimenti per le punte e gli esterni, che arrivano a stento sul fondo e non creano spazi per gli inserimenti di Steven Gerrard e di Dirk Kuyt: senza risultato i tentativi di Rafael Benitez di ravvivare la fase offensiva con gli inserimenti di Yossi Benayoun e Ryan Babel, inconcludenti, mentre risulta insufficiente anche la prestazione dei centrali difensivi, sempre in difficoltà nei duelli fisici con i marcantoni dell’attacco Chelsea.
Il Carlo Ancelotti più soddisfatto della stagione può guardare al futuro con più tranquillità, dopo aver chiuso un ciclo difficoltoso originatosi con la sconfitta di Wigan: il Chelsea non è ancora un meccanismo perfetto, al livello del Man Utd degli scorsi anni, ma con qualche accorgimento (magari un esterno destro difensivo al posto dell’incerto Branislav Ivanovic) i Blues possono veramente competere fino in fondo per il titolo.
Un punto rimediato con fortuna per il Man Utd, sotto fino al 94’ contro un buon Sunderland e salvato da un autogol di Anton Ferdinand, perfetto fino a quel momento.
Il 2-2 finale è sintomatico delle difficoltà stagionali degli uomini di Sir Alex Ferguson, lenti a centrocampo con Darren Fletcher e Paul Scholes stranamente sotto tono ed il giovane Danny Welbeck fuori partita, oltre ad un Nani fumoso come di consueto: decisiva l’espulsione di Kieran Richardson, scuola United, che scatena l’offensiva finale in rosso che porta alla conclusione di Patrice Evra, deviata da Anton Ferdinand nella propria porta.
Meglio i Black Cats sin dall’avvio, testimoni la splendida rete di Darren Bent su servizio di Lee Cattermole e una buona proprietà nel possesso di palla, che comunque non portano altre occasioni lampanti, chance con Kenwyne Jones a parte, di fronte ad un Man Utd totalmente silente.
Nella ripresa, con Anderson in luogo di Paul Scholes, lo United trova immediatamente il pareggio con una rovesciata di Dimitar Berbatov, altrimenti dannoso alla manovra offensiva della squadra, su assist di John O’Shea, scatenando la reazione degli uomini di Steve Bruce, altro importante ex, che trovano subito il vantaggio con Jones (mezza papera di Ben Foster) e sfiorano in più occasioni la rete della sicurezza con lo stesso attaccante di Trinidad, prima che il pasticcio del meno noto dei Ferdinand ponesse fine al sogno dei Black Cats di espugnare Old Trafford dopo 41 anni di digiuno.
Lo United, alla fine dei conti, è ancora molto vicino al Chelsea e il divario in termini di gioco non è evidente, date le concomitanti difficoltà dei blu, ovviate dagli spunti individuali della coppia Drogba-Anelka: nessuna preoccupazione apparente per Sir Alex Ferguson, che se la prende con la scarsa forma fisica dell’arbitro Alan Wiley, mascherando abilmente i problemi dei rossi, che devono trovare soluzioni alla sterilità offensiva (la perdita di Cristiano Ronaldo non è stata assolutamente tamponata), con uno scarso apporto del centrocampo alla fase di impostazione di gioco quando Ryan Giggs, unica fonte illuminante, è assente, mentre Anderson non possiede ancora la continuità che servirebbe ai rossi.
Grande prestazione dell’Arsenal, che schiaccia il Blackburn sotto una pila di 6 gol e regala spettacolo con i suoi talentuosi interpreti e il solito Andrey Arshavin su tutti, mentre i Rovers cedono nella ripresa dopo essere stati per 2 volte in vantaggio nella prima frazione.
Primo gol in Premiership del francese Steven Nzonzi, ex Amiens lanciato in prima squadra da Sam Allardyce, direttamente da un lancio del portiere Paul Robinson, cui replica la quarta realizzazione stagionale del belga Thomas Vermaelen, incerto in fase difensiva (vedi primo gol dei Rovers ed un auto-palo nella ripresa) quanto molto temibile sui calci da fermo nonostante i soli 182 cm di altezza, prima del botta e risposta tra David Dunn e Robin van Persie e della grandinata firmata da altri quattro marcatori differenti, Andrey Arshavin, Cesc Fabregas, il rientrante Theo Walcott (non convocato però in nazionale da Fabio Capello) e Nicklas Bendtner.
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Nonostante le evidenti difficoltà nel reparto arretrato dove Vermaelen, molto forte nel gioco aereo, soffre tremendamente l’uno contro uno avversario, così come l’attempato William Gallas, l’Arsenal costruisce i suoi larghi successi (Everton, Portsmouth, Wigan) in modo molto semplice: Cesc Fabregas al comando, come infaticabile conquistatore di palloni e uomo del primo passaggio, palla consegnata all’estro di Andrey Arshavin o Tomas Rosicky per la finalizzazione o l’assist per il van Persie. il Bendtner o l’Eduardo di turno.
Peccato che tale modalità non funzioni contro i top-club, in Inghilterra e in Europa, e qui deve iniziare il lavoro di Arséne Wenger, da sabato il manager più longevo della storia dei Gunners.
Negli altri incontri:
Pareggio 1-1 tra Everton e Stoke City, con gli ospiti in vantaggio con il tedesco Robert Huth, ex-Chelsea, su assist di Matthew Etherington, e Toffemen che impattano con una splendida conclusione di Leon Osman.
I blu di Liverpool pagano le fatiche infrasettimanali dell’Europa Cup (vittoria 1-2 a Borisov contro il BATE) e partono in sordina, soffrendo le offensive della coppia James Beattie- Ricardo Fuller,
respinti da Tim Howard in un paio di occasioni e si riscattano nel finale di primo tempo con i pericoli portati da Osman e Tim Cahill: nella ripresa i due gol e un netto predominio Everton nel possesso palla, che porta all’inserimento di altri due attaccanti, Jo e Yakubu, ad affiancare il bomber Louis Saha, ma è l’australiano (di Samoa) Cahill a sfiorare la realizzazione, con un colpo di testa neutralizzato da Thomas Sorensen.
La X in schedina conferma il buon inizio di stagione dello Stoke di Tony Pulis, a fronte di un Everton che non ha una rosa sufficientemente ampia (attacco a parte) per sopportare le doppie fatiche di campionato e coppa europea.
2-2 tra le rivelazioni della scorsa stagione, West Ham e Fulham, con gli Hammers che sprecano, in superiorità numerica per l’espulsione dell’esordiente sudafricano Kagiso Dikgacoi per una rissa con Scott Parker, la possibilità di ottenere il secondo successo stagionale, restando malinconicamente al penultimo posto in classifica, con il solo, derelitto, Portsmouth alle spalle.
Altro assist dispensato da Alessandro Diamanti per la rete del bomber Carlton Cole, quasi duplicata da James Tomkins (altro confetto del pratese ex-Livorno), ribaltata dal rigore di Danny Murphy e dall’assolo di Zoltan Gera, prima del definitivo pareggio ad opera del ragazzino Junior Stanislas, nuovo talento della fucina dell’Academy dell’Est londinese.
A seguito dell’espulsione del sudafricano Roy Hodgson, sotto 0-1, elimina una punta, l’arido Andy Johnson dell’ultimo biennio, per inserire il difensore Chris Baird in un 4-4-1 che lascia Dioumansy Kamara a solitario presidio del fronte d’attacco: non a torto, il senegalese di Francia conquista il rigore dell’1-1 e lancia l’ungherese Gera per l’1-2 parziale, che resiste fino al minuto 92 con il gol dell’Under 21 inglese che salva, probabilmente, la panchina di Gianfranco Zola.
Pareggio per 2-2 anche tra Bolton e Tottenham, con i Trotters due volte in vantaggio con Ricardo Gardner e Kevin Davies, raggiunti poi dal duo croato Niko Kranjcar e Vedran Corluka, alle prime realizzazioni in maglia bianca.
Dominio dei padroni di casa nella prima frazione con Tamir Cohen, Kevin Davies e Matthew Taylor che non concretizzano e si fanno raggiungere da Kranjcar, riprendono il comando nella ripresa (ottimo lavoro del coreano Chung-Yong Lee) nel momento migliore degli Spurs, con chance per Peter Crouch e Aaron Lennon e, sul 2-2, ancora con il lunghissimo striker nel finale, respinto da Jussi Jaaskelainen.
Delusione per Gary Megson, a capo di un ottimo Bolton che sicuramente avrebbe meritato il successo, un punto guadagnato per il Tottenham, che conferma un avvio di stagione molto al di sopra delle proprie aspettative.
Il Burnley supera il Birmingham (2-1) in un accesissimo scontro-salvezza tra due neopromosse, grazie alle reti di Steven Fletcher (primo centro stagionale) e di André Bikey, confermando l’ottimo momento di forma tra le mura amiche, dove sono già cadute Man Utd ed Everton.
L’effetto Lancashire, quindi, trasforma gli uomini di Owen Coyle, che dominano la prima frazione e buona parte della seconda, concedendo agli uomini di Alex McLeish solo una chance, fallita da Lee Bowyer, prima del gol della bandiera siglato da Seb Larsson a tempo scaduto.
Importante anche il successo dell’Hull City sul Wigan (2-1), con il primo gol in Premiership di Jan Vennegoor of Hesselink (assist di Dean Marney), doppiato dal solito Geovanni su servizio di Kamil Zayatte: a nulla vale la rete di Scott Sinclair a pochi minuti dalla fine.
La panchina di Phil Brown era data ad altissimo rischio in caso di insuccesso, con 2 vittorie nelle ultime 29 gare e 10 gol subiti negli ultimi 2 match, mentre il Wigan, reduce dal clamoroso successo sul Chelsea dello scorso sabato, dimostra che, in assenza di motivazioni, ritorna ad essere squadra di livello medio-basso, che subisce i primi assedi dei giallo-neri prima di replicare con Mohamed Diame e Jason Scotland, respinti dall’ottimo Boaz Myhill.
Gli errori di concentrazione dei Latics nel finale costano i tre punti al team di Roberto Martinez, che dimostrano di poter replicare, con Sinclair, ma fuori tempo massimo.
Primi punti per il Portsmouth del coraggioso Paul Hart, che supera il Wolverhampton al Molineux (0-1) con una rete del francese Hassan Yebda, in prestito dal Benfica, su assist di Kevin Boateng, suggellata dalla buona chance creata da Aruna Dindane e neutralizzata da Wayne Hennessey.
Buona la reazione degli arancioni con Matt Jarvis, Andy Keogh e Greg Halford, respinti dall’attento David James, e con un’occasione gettata dal neo-entrato Sylvan Ebanks-Blake a portiere battuto.
Per i Pompey si tratta di un’iniezione di fiducia fondamentale per cercare di recuperare il gap con le altre contendenti alla salvezza: trovato un minimo di amalgama tra i giocatori (25 quelli impiegati fino ad ora da Hart), deve essere ancora identificato un uomo-gol tra la mezza dozzina di attaccanti a referto (Dindane, Tommy Smith, Utaka, Webber, Piquionne, Kanu), mentre la fase difensiva, da migliorare, ha comunque buoni margini, con elementi di esperienza e di discreta qualità quali Finnan, Ben Haim, Kaboul.
Monday Night: Nel posticipo dell’8a giornata, giocato ieri sera, il Manchester City impatta in casa dell’Aston Villa. Passati in vantaggio con Dunne, un ex, i Villans si fanno raggiungere nella ripresa da un gol di Bellamy. I Citizens si confermano così quarta forza del campionato alla pari col Tottenham e alle spalle delle “lepri” Chelsea e Manchester United.
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Classifica: Chelsea 21; Manchester United 19; Tottenham 16; Manchester City 16 #; Liverpool 15; Arsenal 15 #; ; Sunderland 13; Aston Villa 13; Burnley 12; Everton 10 #; Wigan 9; Stoke City 9; Bolton 8 #; Birmingham 7; Wolves 7; Blackburn 7 #; Fulham 7 #; Hull 7; West Ham 5 #; Portsmouth 3.
# Una partita in meno (7 partite disputate)
## Due partite in meno (6 partite disputate)
Marcatori
8 reti Fernando Torres (Liverpool)
7 reti Darren Bent (Sunderland)
6 reti Wayne Rooney (Man Utd)
6 reti Didier Drogba (Chelsea)
5 reti Jermaine Defoe (Tottenham)
5 reti Louis Saha (Everton)
5 reti Robbie Keane (Tottenham)
5 reti Kenwyne Jones (Sunderland)
4 reti Thomas Vermaelen (Arsenal)
4 reti Emmanuel Adebayor (Man City)
4 reti Gabriel Agbonlahor (Aston Villa)
4 reti Carlton Cole (West Ham)
4 reti Francesc Fabregas (Arsenal)
Top 11:
1 Boaz Myhill (Hull City)
2 Vedran Corluka (Tottenham)
3 Ashley Cole (Chelsea)
4 Andy Reid (Sunderland)
5 John Terry (Chelsea)
6 Thomas Vermaelen (Arsenal)
7 Andrey Arshavin (Arsenal)
8 Francesc Fabregas (Arsenal)
9 Didier Drogba (Chelsea)
10 Darren Bent (Sunderland)
11 Steven Fletcher (Burnley)
Flop 11:
1 Joe Hart (Birmingham)
2 Lars Jacobsen (Blackburn)
3 Franck Queudrue (Birmingham)
4 Darren Fletcher (Man Utd)
5 Gael Givet (Blackburn)
6 Scott Dann (Birmingham)
7 Kieran Richardson (Sunderland)
8 Kasiso Dikgacoi (Fulham)
9 Garry O’Connor (Birmingham)
10 El-Hadji Diouf (Blackburn)
11 Nani (Man Utd)
Prossimo turno:
Sabato 17 Ottobre 2009
Arsenal-Birmingham
Aston Villa- Chelsea
Everton- Wolverhampton
Man Utd- Bolton
Portsmouth- Tottenham
Stoke City- West Ham
Sunderland- Liverpool
Domenica 18 Ottobre 2009
Blackburn- Burnley
Wigan- Man City
Lunedì 19 Ottobre 2009
Fulham- Hull City