Il calcio africano è in crescita costante, come dimostra la vittoria ai Mondiali Under 20 del Ghana. Abbiamo chiesto a Leonardo Giusti, esperto di calcio africano e procuratore, tra gli altri, Barusso e Hottor, di raccontare, in esclusiva per ilsussidiario.net, il gioiello della Triestina in orbita Milan e i progressi di un continente che fornisce sempre più giocatori ai campionati maggiori.



La vittoria del Ghana nei Mondiali Under 20 ha suscitato particolare interesse soprattutto nei grandi club europei, alla ricerca dei nuovi talenti africani…

Vi ripeto le cose che dico da tre/quattro anni. Il calcio africano si sta espandendo molto, soprattutto grazie a questi ragazzi che dal punto di vista atletico e fisico, rispetto al giocatore europeo, hanno due marce in più e poi hanno voglia di lavorare e di sacrificarsi. Mi dispiace che i grandi dirigenti di mercato hanno conosciuto la grande terra africana solamente dopo la vittoria del Ghana ai Mondiali, ma sono anche sicuro che a giugno, in sede di calciomercato, se ne saranno già dimenticati.



Eppure i primi indizi sono arrivati nel 96′, quando la Nigeria vinse l’oro nel calcio ai Giochi Olimpici di Atlanta

Certo, ma la cosa strana è che dopo 13 anni si riparla ancora di “nuova terra”. Io penso che nel 2020 ci risentiremo per parlare di una nuova vittoria delle squadra africane ed io risponderò che nel 2009 l’Africa aveva già vinto. Purtroppo o uno ci crede o non ci crede, io sono tre anni che vado giù, ho una scuola calcio, sono contentissimo perché è un Paese bello dove si può lavorare, si ha fame di calcio, per loro viene prima il calcio e poi tutto il resto.



Dal punto di vista strutturale, quali sono le carenze evidenti del calcio africano?

Ci sono i club importanti, come Feyenoord, Bayern Monaco, Red Bull Salisburgo, che giù hanno le loro succursali, con degli istruttori, che insegnano calcio dalla a alla z calcio. In altre parti d’Europa sono molto all’avanguardia rispetto a noi.

In Italia, a parte Lei, solo l’Udinese è presente nel mercato africano…

 

Da quel che dice il mercato, l’Udinese è presente in ogni parte del mondo, quello che altre società di calcio non fanno, forse perché non hanno una buona rete di osservatori. Anche il Chievo lavora bene, nonostante siano pochi, però è una realtà diversa, perchè la società clivense non pagherebbe di certo 3 milioni di euro per un giovane, mentre l’Udinese se vede il giocatore giusto spende senza problemi. Io ho visto Asamoah (Knadwo, giocatore dell’Udinese, ndr) due anni prima degli altri, ho chiamato un grosso club di Serie A per l’acquisto del giocatore, dicendo che ci voleva una determinata spesa per acquistarlo, e loro hanno tentennato chiedendo una videocassetta. Tre anni dopo il club mi ha richiamato dicendo che avevo ragione…

Come mai le grandi squadre italiane si accorgono di questi talenti africani solo dopo che sono passati per altre società minori?

Oggi l’africano non ha un bella reputazione in Italia, vedi il caso Martins, o l’etichetta che hanno attaccato a Balotelli. Invece penso che Mario sia un ragazzo buono, docile, solo che è nero e ha addosso l’invidia di tutti perchè a 18 anni è uno dei giocatori più importanti d’Italia. Invece in altre parti del mondo li collolano, li preservano… Dobbiamo avere un’altra mentalità.

Il Milan ha acquistato Adiyiah, attaccante ghanese, Pallone d’Oro negli ultimi Mondiali Under 20. Si dice un gran bene di lui…

Adiyiah in campo ha dimostrato di essere un giocatore importantissimo, fortissimo. Io spero lui possa diventare uno dei più forti al mondo, vorrebbe dire che il Milan ha fatto un grande investimento, ma bisogna vedere che impatto avrà con l’Italia, perchè arriva dall’Africa, da una situazione di povertà e viene qui da noi a firmare un contratto importante. E’ un ragazzino di 18 anni e non si sa dove la testa lo possa portare. Io vado giù due volte al mese, e mi accorgo che il gap è importante, qualche ragazzo percepisce subito la cultura italiana, altri no.

Ci racconti di Hottor…

 

E’ arrivato in Italia dopo aver visto il sacrificio e toccato la povertà con mano, perché ha una famiglia composta da 3 fratelli oltre a lui. Sua mamma da sola, senza un marito che è morto, con uno stipendio da impiegata comunale, ha mantenuto quattro figli, una persona splendida, un esempio per tutti. Hottor, quando è venuto in Italia, si è presentato e si è messo subito a disposizione è un ragazzo molto serio ed educato, molto pulito, e nel giro di tre mesi sapeva scrivere i messaggi in italiano con il telefonino. Basta sentire i suoi compagni a Trieste, vi possono dire solo cose positive sul ragazzo, va a scuola, ha i migliori voti. Lui è arrivato con la testa giusta.

Non è un caso che su Hottor ci sono grandi squadre come il Milan, Barcellona, Inter e tanti altri club europei…

Certo, ma c’è anche il Napoli che ha rilanciato, anche perché al momento non abbiamo un accordo con il Milan. La società rossonera ha trovato un accordo con la Triestina e noi siamo ben fieri e contenti di questo, ma dovranno parlare anche con me che rappresento il ragazzo e prenderemo in considerazione l’offerta. Noi saremmo felici di approdare a Milano.

 

Qualcuno ha definito Hottor come un nuovo Ambrosini per le caratteristiche tecniche-tattiche.

Io mi auguro che faccia anche solo il 50% della carriera di Ambrosini perché è una grandissimo giocatore. I giudizi tecnici li lascio fare ad altri.

 

Ci sono altri talenti africani oltre a quelli già visti nei Mondiali Under 20?

Ci sono due giovani molto interessanti nella Primavera del Genoa, sono due ghanesi, il primo è il centrocampista Cofie Isaac, classe 91′, e l’altro è l’attaccante Boakye Yiadom Richmond, che è addirittura un classe 93′, da febbraio a giugno dello scorso anno ha segnato 8 gol con la Primavera. Hanno e vinto la finale di Coppa Italia Genoa-Roma, due a zero al ritorno, ed hanno segnato entrambi. Hanno giocato la Supercoppa contro il Palermo, con l’attaccante che si è procurato il rigore, con la partita finita uno ad uno e vinta ai rigori dal Genoa. Entrambi sono giocatori importanti e miei assistiti.

 

(Claudio Ruggieri)