Antonio Pigino è stato portiere del Torino il 1973 e il 1975. Poi ha giocato in Sambenedettese, Cavese, Taranto per chiudere infine la carriera all’Imperia. E’ stato anche responsabile dell’area tecnica dello stesso Torino dopo aver allenato per anni la squadra Primavera. E proprio in questo periodo ha contribuito a scoprire e a lanciare Fabio Quagliarella. Attualmente è allenatore della Valenzana che milita nella seconda divisione. A lui abbiamo chiesto, in esclusiva per ilsussidiario.net, di tracciare un profilo del bomber che attualmente vive un periodo di crisi.



Fabio Quagliarella è cresciuto con lei al Torino, che ricordi ha?

Ricordo che aveva qualità importanti già allora quando giocava negli allievi nazionali nel 1999-2000. Aveva una tecnica calcistica sopraffina e dei “colpi balistici” straordinari. Questo ha contribuito a portarlo già prima del previsto nella Primavera del Torino. Penso che poi col tempo abbia migliorato tutte queste doti, rinforzando come è naturale anche il suo sviluppo fisico e diventando uno degli attaccanti più forti del campionato italiano.



Da un punto di vista caratteriale com’era?

Era un ottimo ragazzo anche da quel punto di vista, con una grande voglia d’imparare e delle intuizioni geniali. Aveva un grande voglia d’emergere, come d’altronde un altro prodotto del vivaio del Torino di allora, Marchetti, che ora gioca nel Cagliari. Si era ben adattato a Torino nonostante venisse da un posto lontano come Castellamare di Stabia. Era un esempio per tutti.

Che risultati ha raggiunto nel Torino?

Ha contribuito alla promozione della squadra granata, quando nel campionato 2004-2005 partecipò ai playoff di B e io ero allenatore del Torino. Lo feci giocare e rispose molto positivamente.



E poi?

Poi purtroppo ci fu il fallimento del Torino e lui come tutti i ragazzi della Primavera fu lasciato libero. Cominciò così la sua carriera che l’ha portato fino in Nazionale.

Quali sono secondo lei le sue principali doti tecniche?

 

 

E’ forte fisicamente, si sa difendere in area e poi ha un innato fiuto del gol e il tiro che tutti conosciamo. Nel fiuto del gol ricorda molto Paolo Rossi, in queste doti balistiche Roberto Mancini.

 

E parlando di attaccanti stranieri chi ricorda?

Ricorda molto il centravanti del Real Madrid Raul sono molto simili come tipo di gioco.

 

Come si spiega questa sua stagione difficile?

Tutti gli attaccanti hanno degli alti e bassi. Questo fa parte delle regole del gioco.

 

Il Napoli è il suo club ideale?

Napoli è una città importante, con una squadra che rappresenta il massimo. Penso che Quagliarella abbia trovato la città e il club ideale per potersi esprimere e raggiungere tutti i traguardi a cui aspira come calciatore.

 

(Franco Vittadini)