«Non sono mai stato vicino ai rossoneri. Del resto non sono mai stato in via Turati… Non ho avuto nessun contatto con i dirigenti rossoneri». Le parole di Massimo Allegri nella settimana che precede il match di campionato contro i rossoneri sono destinate a far rumore. Il nome di Allegri era stato accostato più volte al Milan prima che i dirigenti di via Turati scegliessero di virare su Leonardo.



In questa intervista, concessa in esclusiva a ilsussidiario.net , Allegri fa chiarezza sulle voci di mercato (passate e future), confermando di voler restare a Cagliari fino al termine del contratto. Il mister dei sardi spiega anche le ambizioni di una compagine che vuole, anche quest’anno, salvarsi in tranquillità. Per il momento sta offrendo un calcio frizzante e di questi tempi è già una notizia. Il segreto del successo? Oltre al lavoro sul campo la tranquillità che arriva dal presidente e da tutto l’ambiente.



Mister Allegri, qual è lo stato di salute del suo Cagliari?

Veniamo da quattro vittorie, ora per noi inizia una difficile parte finale del girone d’andata dove incontreremo squadre che appartengono alla prima fascia. Diciamo che i punti accumulati dovrebbero servirci come una sorta di cuscinetto per mantenere a distanza le altre squadre che lottano per non retrocedere.

Come si spiega che il Cagliari nelle ultime due stagioni è partito lentamente per poi prendere il volo? Quanto influisce il fatto di poter lavorare in un ambiente sereno?

La tranquillità del presidente del Cagliari e di tutto l’ambiente è fondamentale perché permette a tutti di lavorare bene. Poi devo dire che nelle prime gare sono mancati sì i risultati, ma non le prestazioni. Nel calcio spesso diventano determinanti alcuni fattori che possono arrivare a condizionare le gare. Il fatto di non partire forte penso sia assolutamente casuale.



Cosa manca ancora per esprimere la sua filosofia di gioco?

Non manca niente. Stiamo facendo il campionato che ci eravamo prefissati: vogliamo arrivare prima possibile alla salvezza. Stiamo andando bene, anche perché la squadra è molto giovane in un campionato che mi sembra più difficile ed equilibrato. Per quelle squadre che lottano in fondo alla classifica la quota salvezza sarà, presumibilmente, a 40 punti.

Dopo la convocazione in nazionale di Biondini, c’è qualche altro giocatore del Cagliari pronto per Marcello Lippi?

Il mio giudizio non può essere imparziale. E’ chiaro che ritengo pronti tutti quelli che alleno. La convocazione in azzurro è un premio per il presidente e per tutti perché testimonia i buoni risultati che si stanno facendo.

Si parla molto bene di Davide Astori, un difensore classe ’87 in comproprietà proprio con il Milan. Qualcuno ipotizza già un immediato ritorno del giocatore a Milano…

E’ cresciuto molto. Ha grandi qualità e ampi margini di miglioramento.

 

Qual è la squadra che la diverte di più?

Per l’equilibrio direi la Fiorentina, che secondo me sta facendo meglio anche della passata stagione. Poi davanti ci sono l’Inter e la Juve che hanno grandi potenzialità fisiche e tecniche.

 

A chi si è ispirato e si ispira Allegri per esprimere il suo calcio?

Non esiste il calcio di Allegri. Io cerco di far rendere al meglio i miei giocatori secondo le loro qualità. Poi posso dire, anche se ho avuto altri allenatori che mi hanno insegnato, di essere cresciuto calcisticamente con Galeone.

 

C’è qualche aneddoto curioso legato a Galeone?

Mi è rimasta in mente una sua frase. Eravamo in C a Pescara, dopo due giorni di allenamento il mister si è avvicinato e mi ha detto: “Se vuoi giocare in B e in A devi fare la mezzala e non il trequartista”.

 

E aveva ragione…

Sì, aveva visto bene.

 

Può succedere che un giocatore non si renda conto di qual è il ruolo dove può rendere di più?

Sì, può capitare. Soprattutto a una certa età alcuni giocatori cambiano ruolo e migliorano.

E’ pronto per il salto in una grande squadra?

Non è che non mi sento pronto, ma alleno il Cagliari e ho altri due anni di contratto che spero di portare a termine.

 

Beh, questa estate si è parlato molto di un suo possibile passaggio al Milan. Domenica vi incontrate sul campo, può confidarci se è stato sul punto di accasarsi alla corte dei rossoneri?

Non sono mai stato vicino ai rossoneri. Del resto non sono mai stato in via Turati… Non ho avuto nessun contatto con i dirigenti rossoneri.

Quanto può incidere un tecnico nell’andamento di una squadra? Non si spengono le polemiche relative alle dichiarazioni di Gasperini su alcuni tecnici, che sono arrivati troppo in fretta ad allenare i grande club, qual è la sua opinione?

Secondo me un tecnico incide sulla squadra, ma non più di tanto. Mi astengo dal dare giudizi sui colleghi, anche perché l’invidia non fa parte del mio carattere. Sono contento se uno arriva in una grande squadra, perché vuol dire che se l’è meritato. Del resto le società sono gestite da grandi dirigenti: il calcio è anche business. Se certi allenatori non fossero ritenuti all’altezza, non sarebbero, quindi, stati chiamati. Per quanto riguarda Ferrara e Leonardo sarà il tempo che dirà se sono all’altezza.

 

(Luciano Zanardini)