Per fortuna è arrivata la vittoria. La Juve, nonostante il successo sull’Udinese, non convince del tutto perché fatica a trovare una continuità di gioco. La manovra appare sempre lenta e prevedibile con il brasiliano Diego, purtroppo, al di sotto delle aspettative. Se poi succede, come nel caso dei friulani, che gli avversari, soprattutto nel primo tempo, si chiudono davanti alla loro area, la situazione si fa più complicata.
Dopo il gol di Grosso i bianconeri non sono stati in grado di chiudere il match (non è la prima volta) e hanno sofferto oltremodo nel finale. Sì, forse alcuni giocatori hanno tirato anticipatamente i remi in barca in vista del match decisivo di Champions. Altri hanno pagato le possibili fatiche della nazionale. Non possono, però, bastare queste giustificazioni a spiegare la realtà dei fatti.
La Vecchia Signora dà l’impressione di essersi un po’ imborghesita, cioè di avere perso quella cattiveria agonistica e quella personalità che l’hanno resa protagonista nella storia. Senza queste due doti non si va da nessuna parte o meglio bisogna scordarsi di poter competere con una corazzata come l’Inter, che negli ultimi anni è migliorata molto sotto questo aspetto. Da questo punto di vista Ciro Ferrara ha il compito di tenere sulla corda l’ambiente. Inizia una settimana delicata tra Europa e campionato, dove non sono ammessi passi falsi. Sarà l’occasione per testare ulteriormente la crescita della squadra.
Adesso bisogna inserire Alessandro Del Piero per portare un po’ di qualità in mezzo all’area, chiaro che, però, si deve tornare al modulo di inizio stagione, a quel 4-3-1-2 accantonato troppo velocemente. Camoranesi può benissimo giostrare nei tre di centrocampo con Sissoko e Melo, mentre Diego si può muovere liberamente alle spalle delle due punte. Caro Ferrara, non avere paura di tornare indietro.
(Luciano Zanardini)