La voce circolava già da parecchie settimane ma l’ufficialità è arrivata nella tarda mattinata di oggi. Luciano Spalletti siederà sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo e lo farà per “il ritorno al titolo nazionale, la conquista di stabili successi nelle competizioni europei, la creazione di un solido legame con il settore giovanile per portare giocatori dal vivaio alla prima squadra”, come recita la nota apparsa sul sito della società. Il tecnico di Certaldo, “disoccupato” già da qualche mese, aveva rassegnato le dimissioni a Rosella Sensi dopo il disastroso avvio di campionato della sua Roma.



Un sodalizio, quello tra Spalletti e i giallorossi, che si è protratto per quattro anni regalando tante soddisfazioni al tecnico e a Trigoria. Due coppe Italia, una Supercoppa, ottimi piazzamenti in campionato e Champions, valorizzazione di parecchi calciatori romanisti. Un bilancio di successi (meritati) che ha portato Spalletti alla ribalta anche in ambito internazionale. Il rapporto con la Roma è poi però andato deteriorandosi a causa di una sintonia che non era più la stessa e anche per via dell’ultima stagione piuttosto deludente che ha negato ai giallorossi l’accesso alla Champions. Ultimo poi l’avvio più che negativo dei giallorossi nel Campionato in corso: due sconfitte pesanti nelle prime due gare.



A tutto ciò sono seguite le dimissioni e un addio senza polemiche, almeno da parte di Spalletti, la cui partenza è stata salutata con grande affetto e sofferenza da parte della piazza romana. Ora, alla vigilia del nuovo incarico con lo Zenit, di cui si ventilavano contatti già a fine agosto, i tifosi romanisti sembrano un po’ scettici: c’è chi, con una punta di nostalgia, gli fa in bocca al lupo e chi, con un briciolo di risentimento, si chiede se non sia un “nuovo Capello”. Opinioni a parte, un grande professionista italiano sta per portare la sua esperienza all’estero e l’augurio (sincero) non può che essere quello di continuare sul sentiero di vittorie e professionalità che ha già ampiamente percorso in questi anni di As Roma.



 

(Marco Fattorini)