Finalmente ha parlato Mourinho. Lo ha fatto nella conferenza stampa che precede l’esordio dei nerazzurri in Coppa Italia (domani sera contro il Liveorno). Ecco le parole di Mourinho riportate da gazzetta.it.
“Grazie per darmi l’opportunità di dire qualcosa, da domenica fino ad oggi ho sentito tante cose e pare che la verità sia solo una. Prima di tutto devo essere onesto e dire: è vero che ho insultato un vostro compagno, con una parola che non posso ripetere e che è offensiva. Ma non è vero che c’è stato un tentativo di aggressione e di contatto fisico. Siamo arrivati a questo punto non per qualcosa che è successo domenica ma per un processo che va avanti da qualche mese. E’ sicuramente colpa mia perché lo ho offeso, ma anche colpa del giornalista perché sapeva a quale punto del processo eravamo, e anche di qualche collaboratore dell’Inter che non ha interrotto. Il processo di cui parlo è quellodi avere un giornalista alla porta del pulmann che è uno spazio per la nostra intimità…
Ci sono sala stampa e zona mista, al pulmann è un posto in cui si capiscono troppe cose e io voglio proteggere. Partita dopo partita ho sempre trovato il vostro collega allo stesso posto. E sono tante partite che dico che non lo voglio lì, lo sanno tutti, anche all’interno del club. Qualche partita fa gli ho detto di non volerlo lì, poi glielo ho ripetuto. A Bergamo invece di dire ‘cosa fa questo signore qua’ ho usato un’altra parola, per due volte. Non gli farò scuse pubbliche perché la situazione non era pubblica, ma privata. Di fronte a lui, come uomini, potrò parlare con lui e chiudere questa storia. Magari con un po’ di umorismo: mi aspetto un regalo di Natale da lui, perché fino ad oggi il Ramazzotti famoso era Eros, da qualche giorno è Andrea".