Nelle ultime sei gare sono arrivate cinque sconfitte. L’unico successo (prestigioso) è arrivato grazie alla forza dei nervi contro gli eterni rivali dell’Inter. In certi casi è difficile trovare le parole per descrivere una situazione sempre più imbarazzante. Come ha affermato anche lo stesso Ferrara questi risultati non sono consoni al blasone della Vecchia Signora. Che cosa fare allora? Prima di trovare le soluzioni è giusto chiedersi quali sono i principali responsabili. Partiamo dai vertici. La società nelle persone di Blanc e Secco non ha la stoffa e il peso specifico per reggere il confronto con la rosa bianconera. I due pagano anche la scelta di aver predisposto un progetto, cioè il ritorno di Lippi, che si può realizzare solo con l’attuale guida tecnica. Quindi non si può esonerare Ferrara. Mentre le possibilità di raggiungere il tricolore svaniscono lentamente, è interessante capire se davvero Blanc e Secco credevano allo scudetto. Forse hanno illuso i tifosi, altrimenti non si spiega la mancanza di una presa di posizione netta. Una dirigenza forte in una grande squadra affronta a muso duro i giocatori e, magari, pubblicamente prende le distanze da certi comportamenti.
Chiaramente le colpe sono da attribuire anche ai calciatori, che contro compagini non irresistibili (Bari, Cagliari e Catania) non hanno nemmeno avuto una prova di orgoglio sul campo per difendere il proprio mister. Infine l’allenatore paga l’inesperienza. Ha sbagliato ad accettare subito una panchina così importante, perché un conto è terminare una stagione, un conto è affrontare un campionato con la gestione (non sempre facile) di una rosa esigente. Ciro Ferrara dovrebbe capire che il suo allontanamento è ormai inevitabile. Non siamo più, purtroppo, ad inizio campionato: la squadra ha bisogno di una svolta. Sul piano umano può dispiacere, ma i dirigenti devono prendere la decisione di esonerare quel tecnico che con la loro inesperienza hanno delegittimato di fronte alla squadra. Ora o mai più. Poi Ferrara potrà (giustamente) togliersi anche qualche sassolino e attaccare quei giocatori che nel momento difficile si sono eclissati.
(Luciano Zanardini)