Può essere simpatico o meno simpatico, ma di certo Roberto Bettega è un uomo con la Juve nel cuore. Prima come giocatore e poi come dirigente ha conseguito risultati importanti con la Vecchia Signora. Oggi nella veste di vice direttore generale fa il suo ritorno a Torino per cercare di portare il peso della sua esperienza in un momento difficile. Alla fine dopo alcuni tentennamenti, come del resto avevamo ipotizzato da alcune settimane, è arrivata la firma di “Bobby gol”.
Il suo compito? Nell’immediato deve far ritrovare la fiducia all’ambiente e, soprattutto, deve sintonizzarsi sulle frequenze dei giocatori per capire quali sono i reali problemi che stanno frenando la stagione. Subentra così un uomo di calcio con il giusto carisma da dirigente, l’ideale forse per infondere sicurezza anche a Ciro Ferrara, atteso da due prove delicate e decisive (Parma e Milan) per il suo futuro. Bettega è l’ultima ancora di salvataggio per il tecnico, ma molto probabilmente si sta già studiando al dopo Ferrara.
L’ex difensore bianconero non ha convinto perché non ha saputo gestire le normali tensioni di una grande squadra, anche per questo la Juve ha intenzione di metterlo da parte: subito se non arrivano due vittorie con Parma e Milan, altrimenti a giugno.
Il nome di Bettega è associato direttamente a quello di Andrea Agnelli, il figlio di Umberto, invocato e acclamato dai tifosi. Significa anche un ritorno al passato, attingendo a un componente di quella triade che ha portato molti trofei in bacheca. La dirigenza prima con Cobolli Gigli e poi con Blanc, ma alle loro spalle John Elkann, aveva azzerato quella gestione, salvo poi accorgersi di non avere le qualità per portarne avanti un’altra. Bettega è un primo passo importante. Anche se non riuscirà a correggere la deriva contingente, porrà sicuramente le basi per una programmazione seria.
(Luciano Zanardini)