INTER – Era un po’ di tempo, complici le festività, che Josè Mourinho non faceva parlare di sé. Visto che in Italia tutto è fermo, l’Inter non riprenderà a giocare fino al 6 gennaio, allora le ultime dichiarazioni, come sempre piuttosto colorite, arrivano dal Portogallo, da un’intervista rilasciata dallo Special One al quotidiano Publico.
Una cosa è certa, il tecnico dell’Inter nell’ultimo periodo sembra più nervoso del solito: “Il mio comportamento, con la stampa o altri ha sempre lo stesso obiettivo, la difesa degli interessi della mia squadra, senza preoccuparmi degli effetti sulla mia immagine. Sarà una difetto o una virtù? Lo chieda a chi ha lavorato con me in passato. Io do sempre il petto alle pallottole”.
E’ già finito quindi l’amore con il Bel Paese? No, per un semplice motivo: “Non può essere finito l’amore con l’Italia, visto che non è mai iniziato. Però, ripeto che mi piace lavorare qui, che mi piacciono gli interisti, che mi piacciono le cose difficili. Per questo, sto bene”.
Nelle ultime settimane si parla con sempre più insistenza di un possibile divorzio dall’Inter: "Il mio posto di lavoro è sempre in pericolo, perché alleno squadre che molti vorrebbero allenare, perché lascio sempre squadre ben costruite per gli anni seguenti, perché lascio sempre condizioni e strutture di lavoro ottime per chi mi succederà. Ma se la mia panchina è in bilico dopo aver vinto il campionato, essere primo in classifica e agli ottavi di Champions, immagini com’è la situazione di chi fallisce ciclicamente i suoi obiettivi".
Fino al 2012: "Con l’Inter abbiamo firmato un contratto chiaro fino al 2012, perché vogliamo proseguire fino al 2012. Sì, esistono clausole per terminare prima, con un pagamento fissato, per me e per il club. Con me non si ripeterà una storia interminabile su contratto e liquidazione come in passato…" Qualcuno coglie qualche riferimento?