La sfida dell’Olimpico di Torino è stata bella per l’intensità, ma non certo uno spot da far vedere ai ragazzini. Chi, come il sottoscritto, allena durante le settimane nei settori giovanili si sgola per far sì che il rispetto dell’avversario sia la regola fondamentale del campo. Ieri, però, gli interpreti del big match si sono lasciati prendere dal nervosismo. Il primo commento è senza dubbio per Mourinho: un allenatore con la sua esperienza non può farsi cacciare per un applauso plateale all’arbitro, reo di aver assegnato la punizione dalla quale è poi scaturito il primo gol bianconero. Forse avrebbe fatto meglio a rimproverare Samuel, che ha tentato un intervento inutile per un difensore (Del Piero era spalle alla porta e sulla riga del fallo laterale in una zona innocua).



Eravamo al ventesimo del primo tempo e la sua compagine aveva tutto il tempo per rimediare. Adesso il tecnico portoghese, se utilizza lo stesso metro di giudizio che ha con i suoi giocatori, dovrebbe pagare una multa, perché ha messo in difficoltà la sua formazione. Sarà difficile che l’Inter prenda provvedimenti. Da stigmatizzare anche la sceneggiata di Mario Balotelli che, colpito ripetutamente al petto da Felipe Melo, si mette le mani al volto come se avesse ricevuto un colpo in faccia.



 

Per carità Mario non è il primo, ma è ora che il giudice sportivo prenda in considerazione anche queste sceneggiate che esasperano l’ambiente. Nel parapiglia successivo hanno perso la testa in molti, Buffon compreso, con l’arbitro che non è riuscito a controllare la situazione. Non si possono, però, addossare le colpe al direttore di gara quando i giocatori non fanno nulla per aiutarlo. Lo stesso Sissoko ha accentuato il testa a testa con Chivu per indurre l’arbitro in errore. Così non si fa. Resta da sottolineare, in una serata senza fair play, il bel gesto di Buffon che richiama l’attenzione di Saccani, ammette di aver deviato il pallone sul fondo e fa concedere all’Inter un calcio d’angolo.



 

(Luciano Zanardini)