ESCLUSIVA – Continua il viaggio della redazione de ilsussidiario.net alla scoperta dei giovani italiani che militano all’estero. Oggi è il turno di Luca Moscatiello, il nuovo Pirlo di scuola Inter, volato tre anni fa a Londra per giocare nel Fulham.
Ciao Luca, ci racconti come è avvenuto il tuo trasferimento al Fulham?
Sono cresciuto nell’Inter. Alla Pinetina sono stato 4 anni e dopo essere approdato negli allievi è arrivata la chiamata del Fulham, che ho accettato con piacere. Con i nerazzurri ho passato degli anni bellissimi in cui ho giocato al fianco di ragazzi molto forti con cui ho vinto tanto. Quando mi si è presentata questa occasione di volare in Inghilterra non ho esitato perché giocare Oltremanica è una grande esperienza a livello calcistico e personale. Si cresce molto, si impara la lingua ed infine ci si immerge in un calcio completamente differente rispetto a quello italiano.
Hai giocato insieme a Santon e Balotelli, due giocatori dell’Inter che sembrano un po’ in crisi in questo momento: quale è secondo te il loro problema, mentalità, inesperienza, Mourinho?
Santon e Balotelli sono due amici nonché due bravi ragazzi e non penso siano in crisi, anzi… Per arrivare a giocare in prima squadra bisogna impegnarsi e lavorare molto come stanno facendo loro. Ovviamente sono giovani e devono ancora imparare alcune cose ma sono convinto che con la giusta esperienza dentro e fuori dal campo riusciranno prima o poi ad esprimersi al meglio. Non è facile a 18/19 anni gestire tutte le pressioni che esistono nel calcio italiano.
A proposito di Balotelli e Santon, sei cresciuto nell’Inter, ma tifi anche tu Milan?
Si, anche io da piccolo simpatizzavo per il Milan, ma non penso ci sia qualcosa di male. Quando sei giovanissimo sei un tifoso poi quando cresci, maturi e diventi professionista è tutto completamente diverso, il calcio diventa un lavoro e ti affezioni alla squadra in cui giochi.
C’è chi ti paragona ad Andrea Pirlo, ti riconosci?
Si, in parte mi rivedo in Pirlo, in particolare per i tempi di gioco e le verticalizzazioni continue. Sono comunque un giocatore a cui piace fare anche la fase difensiva, mi piace lavorare duro in campo, recuperare la palla per poi ripartire e verticalizzare.
Quale avversario ti ha fatto più impressione finora?
Un giocatore che forse pochi conoscono, ma che a mio avviso è davvero “allucinante”: Sanchez Watt, 18enne che gioca fra le riserve dell’Arsenal. Ha giocato anche in prima squadra qualche volta, ed ha una velocità ed un’eleganza impressionante. Muove la palla in modo rapido e sbaglia poco. Ogni volta che lo incontro mi convinco sul fatto che sia davvero un bel giocatore.
Che progetti hai per il futuro? Sfondare in Premier League, ritornare in Italia o dilettarti in un altro campionato?
Per ora non ho progetti, penso solo a fare bene vivendo la mia vita giorno per giorno poi il tutto verrà di conseguenza. Se dovessi guardare al futuro, comunque, mi rivedrei in Italia, visto che ho tanta voglia di ritornare. E’ da tre anni che sono al Fulham e mi trovo molto bene a Londra ma nella mia testa c’è sempre l’Italia.
Perché così tanti giovani talenti italiani si fanno attrarre dalla Premier League secondo te?
I giovani volano in Inghilterra perché qui si lavora tranquilli e senza pressioni. In Premier ci si riesce a concentrare bene sul lavoro che devi svolgere per migliorare senza pensare troppo alle cose che accadono fuori dal campo. Inoltre per un giovane, come ho già detto prima, l’Inghilterra è sempre una bella esperienza.
Se dovessi eleggere il più grande giocatore della storia, chi sceglieresti e perché?
Sceglierei Messi, l’argentino ha fatto vedere cose che nessun’altro riesce a fare. Non sono un giocatore che si fa attrarre dal numero fine a se stesso, dal colpo di tacco ecc. Ci sono molti calciatori che ammiro e che svolgono un lavoro “semplice” come Xavi e Iniesta, due centrocampisti che non perdono mai palla…
Ultima domanda, cosa manca all’Inter per vincere la Champions League?
Sinceramente non lo so. Ogni anno si ripete sempre la stessa storia e alla fine viene a mancare il giusto atteggiamento per affrontare questa competizione. L’Inter è fortissima in campionato ma in Champions… Non è una questione di qualità visto che la squadra non si discute ma solo ed esclusivamente un fatto mentale. L’Inter deve imparare ad affrontare le partite di Champions con la giusta mentalità.
(Davide Giancristofaro)
Si ringrazia l’agenzia thebcompany per aver gentilmente offerto l’immagine di Luca Moscatiello. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.thebcompany.net