Lui, Claudio Marchisio, classe 86′, è il classico ragazzo acqua e sapone, gioca nella Juventus e corre come un mediano, ma con piedi e talento da grande campione. L’altro, Mario Balotelli, classe 90′, ha un grandissimo talento, ma ancora incapace di saper gestire le reazioni, fuori e dentro al campo. Mentre il primo è finito sulle prima pagine dei giornali per il grande gol contro l’Inter, il secondo ci va quasi sempre, soprattutto ultimamente, per le sue prestazioni negative, con piccoli accenni di extra calcio. Marchisio, ragazzo umile sbocciato in Serie B grazie a Deschamps, volerà quasi sicuramente ai Mondiali sudafricani, con la maglia della Nazionale cucitagli addosso da Marcello Lippi, mentre Balotelli, “fiorito” in un Juventus-Inter di Coppa Italia, e protagonista dell’ultimo scudetto targato Mancini, non riesce a controllare quel suo carattere istintivo, che spesso lo porta ad essere in contrasto con avversari prima, e tecnici (Mourinho) poi.



La storia del centrocampista juventino è da raccontare a tutti i giovani calciatori che si affacciano per la prima volta nel calcio che conta, mai una parola fuori posto, mai un accenno di polemica con tecnici ed avversari, solo la grande umiltà e la voglia di arrivare in alto, a conquistarsi un posto da titolare nella Juventus. Anche quella di Mario (Balotelli, ndr) si dovrebbe accennare ai ragazzi, perchè, forse, potrebbero capire che a volte nel calcio il talento non basta, serve anche tanta umiltà, meno arroganza, sentire i consigli dei tecnici, per arrivare in alto. Nella speranza che anche il giocatore nerazzurro lo possa imparare in fretta, ne abbiamo visti fin troppi rovinarsi la carriera in questo modo.



 

(Claudio Ruggieri)

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