E’ cresciuto nelle giovanili del Milan, ma domenica a San Siro con il suo Cagliari è pronto a fare uno scherzo alla squadra del cuore. Alessandro Matri da Graffignana (curiosamente lo stesso paese di Danilo Gallinari con il quale mantiene i contatti) nell’ultimo turno di campionato ha siglato in pieno recupero la rete del 2 a 0 sul Lecce. Per l’attaccante esploso nelle serie minori (Prato, Lumezzane e Rimini) si tratta del terzo gol personale. L’anno scorso, pur essendo poco utilizzato da Ballardini, chiuse la stagione con sei gol. Da bambino aveva il mito di Marco Van Basten, oggi non pone limiti al Cagliari che guidato da Allegri guarda all’Europa e alla sua crescita calcistica. Con l’umiltà di fare un passo alla volta.



Partiamo dalle tue origini, sei di Graffignana, lo stesso paese di Danilo Gallinari. Cosa avete in comune?

In comune abbiamo l’umiltà e la voglia di lavorare per arrivare più in alto possibile. A Graffignana (un paese di 2.500 abitanti, ndr) ci si conosce un po’ tutti. Ogni tanto io e Danilo ci sentiamo via e-mail. Entrambi siamo consapevoli che abbiamo l’opportunità di vivere il sogno di molti bambini.



Da ragazzo sei cresciuto nel settore giovanile del Milan. Cosa si prova a vestire la casacca rossonera?

Il periodo nel settore giovanile del Milan è stato molto importante a livello tecnico, ma anche sul piano educativo. Per me è stata, inoltre, una cosa indescrivibile giocare con la squadra per la quale ho sempre tifato.

Ogni ragazzo cresce cercando di imitare il suo campione ideale. Qual era il tuo pupillo?

Beh, su tutti Van Basten e poi Vieri.

Al Milan non hai mai trovato spazio. Troppo forti i compagni o in quel momento il Matri giocatore doveva ancora maturare?

La differenza con gli altri giocatori del Milan era ed è troppa. Lo è, ribadisco, anche adesso. La qualità di chi gioca nel Milan non è indifferente.



Nel Milan non trovi spazio. Inizia il tuo peregrinare nelle serie cosiddette minori. Molti giocatori che hanno fatto il tuo percorso si sono persi nei meandri della serie C. Cosa ti ha aiutato?

Non ho accusato nessun colpo a scendere di categoria. Ero al Milan, ma non mi sentivo parte della prima squadra, ero praticamente un giocatore della primavera. Le due stagioni a Prato e a Lumezzane mi hanno dato la possibilità di giocare con continuità.

A Lumezzane, forse, la tua stagione migliore

Alla fine siamo retrocessi, ma mi sono trovato molto bene. Ancora oggi mi sento con il presidente di allora e con i giocatori.

Anche Rimini ti ha permesso di esprimerti ad alto livello

Sì, ho trascorso un bel campionato in un ambiente sereno e tranquillo. Nella corso della stagione c’è stata anche la morte del presidente.

Con Ballardini a Cagliari sei risultato spesso decisivo, ma il mister non ti ha sempre dato fiducia. Hai qualcosa da rivendicare al proposito?

Sì, è vero, ma scegliere rientra nella facoltà degli allenatori. Non sono il giocatore che si lamenta. Ho voglia di giocare, cerco di mettere l’impegno, ma non litigo con gli allenatori per giocare di più.

Il rinnovo con il Cagliari e adesso la nuova avventura con Allegri: un tecnico che affronta a viso aperto tutte le gare. Questo atteggiamento può facilitare il compito degli attaccanti?

Abbiamo trovato il metodo giusto. Per gli attaccanti ci sono più occasioni da gol. Il fatto di giocare insieme da due anni ci aiuta a trovarci sul campo.

Dove può arrivare questo Cagliari che da due anni si sta esprimendo ad alti livelli?

Abbiamo quasi centrato l’obiettivo della salvezza, che era il primo traguardo. Adesso tutti parlano di Europa. Proveremo a giocare gara dopo gara.

Domenica andate a Milano: si può ripetere l’impresa realizzata con la Juve?

Diciamo che è un’impresa perché non capita spesso. Abbiamo 37 punti e possiamo scendere in campo senza pressioni. Questo può essere un’arma a doppio taglio, ma penso che alla fine siano di più gli aspetti positivi. Ci sono gli stimoli giusti per continuare a fare bene.

E Matri che obiettivi ha?

Come il Cagliari voglio raggiungere un obiettivo alla volta.

Da uno a dieci quanto ti dà fastidio l’attenzione dei mass media sulla tua vita privata (nelle scorse settimane si è scritto di un suo flirt con la velina Costanza Caracciolo)?

Sinceramente mi è capitato solo una volta. Non mi piace molto, anche perché se si chiama vita privata dovrebbe rimanere tale.