La notizia era nell’aria ed è arrivata questa mattina con tutta la sua tragicità: Candido Cannavò si è spento nella notte. Lo storico giornalista, anche se è riduttivo citarlo così, ha accusato un malore nella giornata di mercoledì, mentre era in redazione, ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale.

Dopo giorni di cure intense e di prognosi “riservatissima”, i medici non hanno potuto fare nulla contro l’emorragia cerebrale del direttore, troppo estesa e ormai irreparabile.



Se ne va così, a 78 anni, una delle firme storiche del giornalismo sportivo italiano, direttore del quotidiano rosa per quasi 20 anni e precisamente dal 1983 al 2002.

L’Avvocato Giovanni Agnelli una volta lo descrisse così: «Candido Cannavo decise di fare il giornalista, abbandonando un destino che lo voleva medico. Non sapremo mai ciò che ha perduto la medicina, ma sappiamo quanto ci ha guadagnato lo sport, e noi con lui».



Dopo aver lasciato l’incarico di direttore, Cannavò divenne l’opinionista per eccellenza della “Rosea”, con le storiche rubriche “Candidamente” e “Fatemi capire”. Molti anche i libri realizzati come “Una vita in rosa”, “Libertà dietro le sbarre”, “E li chiamano disabili”, “Pretacci”, storie che non parlano solo di calcio e sport, ma anche della vita, dei problemi quotidiani. L’ultimo lavoro, proprio il 19 febbraio giorno del malore, con il classico appuntamento “Fatemi Capire”.

In quell’occasione il direttore scrisse, riferendosi al dramma di Marassi: “Ora preghiamo il Cielo perché quel tifoso si salvi…”. Ciao Candido.