Massimo Moratti è intervenuto parlando della supersfida di ieri contro il Manchester. Il ritorno all’Old Trafford dovrà essere giocato come una finale, i nerazzurri si giocheranno le loro possibilità. Le note positive di ieri: la personalità di Davide Santon e di Mario Balotelli, la mentalità vincente di José Mourinho e il clima incredibile che si respirava a San Siro.



Che cos’è mancato all’Inter nel primo tempo? La squadra è scesa in campo e sembrava un pò impaurita…

All’inizio eravamo tutti molto carichi per questa partita, e di questo se ne può risentire. C’era il rispetto per l’avversario, la paura di sbagliare e quindi il primo tempo è stato un pò trattenuto, decisamente, lo abbiamo visto tutti. La forza della squadra si è vista nel secondo tempo e anche nel finale del primo, c’è stato un netto cambiamento sia nell’atteggiamento sia nel gioco, e questo fa capire che c’è un ‘manico’, cioè José Mourinho, e i giocatori sono in grado di riprendere il controllo su ogni situazione, anche su quelle più difficile.



È fiducioso per la gara di ritorno?

Abbastanza, dire di sì. Ritengo che in Coppa dei Campioni sia importantissimo riuscire a non prendere gol nelle partite casalinghe, come è importantissimo fare gol in trasferta. Immagino che il Manchester United sia molto dispiaciuto per non aver segnato. Noi siamo felici di questo, cioè di poter andar all’Old Trafford e giocare una partita che sarà, veramente, come una finale, per poi presentarci ai quarti.

Ha notato un cambio di mentalità rispetto all’Inter nella Champions League nelle stagioni passate?

Il desiderio è sempre quello di vincere, poi ogni partita è una storia a sè. Trovo sia anche brutto fare dei confronti. Ieri era decisamente una partita molto difficile e il Manchester United ha dimostrato di essere una squadra molto forte, di avere grande carattere, ma la nostra mentalità rimane vincente e Mourinho la sa trasmettere alla squadra anche durante la partita, sa capire l’umore dei giocatori e, se non è al massimo, cambiare il loro atteggiamento.

Parlando di mentalità, Davide Santon all’esordio in Champions League ne ha dimostrata parecchia fermando il pallone d’oro, Cristiano Ronaldo…

È un giocatore di 18 anni messo di fronte al più forte calciatore, dicono, del mondo e ha giocato con la professionalità, la tranquillità, l’attenzione e la classe di un grande campione. Se il ragazzo rimarrà uguale, anche caratterialmente e sembra che sia così, crescerà tantissimo e sarà fantastico. Ha dato dimostrazioni importanti a Catania, a Lecce e contro il Milan, è un giocatore che cresce con normalità.

Che effetto le ha fatto vedere Mario Balotelli zittire Cristiano Ronaldo?

Quello è il carattere di Balotelli e devo dire che, in questo, c’è anche qualcosa di positivo. Mario deve portare rispetto agli avversari, ma, così facendo, mostra di non sentirsi secondo a nessuno.

Come valuta la prestazione degli attaccanti, Adriano e Zlatan Ibrahimovic?

Quella di ieri era una gara difficile, loro erano abbastanza isolati, specialmente nel primo tempo, quindi hanno dovuto lavorare molto di più del solito e questo non li ha consentito di essere freschissimi nello sfruttare le occasioni da gol. Hanno comunque svolto un buon lavoro ma, a mio parere, sarà più semplice per loro giocare a Manchester.

José Mourinho ha detto che non ha gradito l’arbitraggio e che si augura di trovare un direttore di gara così anche a Manchester…

Sull’arbitraggio si può dire quello che si vuole. Non riesco a fare grandi critiche, forse l’atteggiamento sarebbe potuto essere leggermente diverso, ad esempio è stato fischiato un fuorigioco a Ibrahimovic che non c’era, ma non mi esprimo, è stato un arbitraggio mediamente normale per una gara di Champions League.

Ieri alla lettura delle formazioni si respirava un’aria eccezionale come forse non era accaduto negli ultimi anni, cosa pensa della risposta del pubblico?

Mi sembra di capire che il pubblico tenga molto alla Coppa dei Campioni. C’era un’atmosfera diversa anche rispetto al derby. Contro il Milan c’era praticamente lo stesso numero di spettatori, ma non c’era un clima così caldo, quindi questo vuol dire che la gente ci tiene molto a proseguire il cammino in Europa accanto alla squadra e noi dobbiamo rispondere in maniera adeguata.