Sale la febbre per Roma-Arsenal: la supersfida di Champions è in programma per domani sera. Abbiamo chiesto, in esclusiva per ilsussidiario.net, a Ciccio Graziani, che con la maglia giallorossa ha giocato la sfortunata finale contro il Liverpool del 1984, di raccontarci le ore che precedono un “big match” come quello di domani e un commento sullo stato di salute dei giallorossi, che andranno ad affrontare i Gunners con numerose assenze.



Maggio 1984, Roma-Liverpool è la finale di Coppa dei Campioni: un ricordo della partita…

I ricordi sono ovviamente brutti visto che quella sera abbiamo perso la Coppa Campioni… Mentre il percorso per arrivare alla finale è stato bellissimo, ci siamo tolti delle grandi soddisfazioni battendo Dinamo, Berlino, Goteborg, Dundee United. Peccato per la finale: perdere ai rigori è stata una beffa per tutti noi che ci avevamo creduto tanto. Perdere non è mai piacevole ma il ricordo della cavalcata verso la finale rimane ed è entusiasmante.

Domani la Roma incontra l’Arsenal, non è una finale, ma comunque una partita suggestiva e determinante per la stagione dei giallorossi. Come si preparano queste sfide?

Devi assumerti le responsabilità che hai nella squadra e portarle in campo. Devi parlare con i compagni, con l’allenatore. Sai che ci saranno tante televisioni e tanto pubblico allo stadio. Sono quei momenti esaltanti che un giocatore si aspetta di vivere più volte possibile. Più le partite sono importanti più ti gratifica fare questo mestiere.

Prima della sfida contro il Liverpool eravate stati in ritiro a lungo…

Eravamo stati una settimana a Cavalese: la società aveva voluto portarci lontano da Roma perché restando a casa avremmo sentito troppo l’attesa. In città ovunque ti giravi c’erano bandiere giallorosse. Il clima era eccitatissimo. Quindi siamo andati in ritiro per poterci preparare mentalmente, con serenità, a quel tipo di partita. Credo che fosse la scelta giusta. La settimana immediatamente prima della partita siamo tornati a Roma. Poi la partita è andata come è andata, ma tutto era stato preparato nel migliore dei modi possibile.

La pressione, l’attesa da parti dei tifosi può essere controproducente?

Le attese lunghe sono snervanti per tutti: rischi di spendere energie mentali enormi.

Paradossalmente quindi è meglio avere un calendario fitto, giocando ogni tre giorni…

Magari giocare ogni 2 o 3 giorni, come capita adesso, è eccessivo, può creare problemi dal punto di vista fisico, ma dal punto di vista mentale è la cosa migliore, perché rimani sempre in partita.

Anche se, come nel caso specifico, si rischiano molti infortuni…

Non è capitato solo alla Roma ma anche alla Juve e all’Inter… Questi sono gli imprevisti del mestiere, ma dal punto di vista mentale, ripeto, giocare a distanza ravvicinata può dare dei vantaggi, perché non ti fa spendere energie nervose.

Domani però la Roma rischia di avere una squadra rimaneggiata…

Domani la Roma rischia due volte: prima di tutto perché gioca contro una grande squadra, che ha anche lei diverse assenze, tra cui quelle di Adebayor e Fabregas, però è un team costruito bene, che può contare su molti giovani interessanti che sono bravi e giocano un bel calcio. In più hanno vinto la partita d’andata. Invece i giallorossi devono recuperare una sconfitta, devono vincere senza prendere gol e poi si troveranno a giocare questa partita fondamentale con una serie di giocatori infortunati, che ritorneranno in campo proprio per l’occasione, come nel caso di Tonetto, Aquilani, Juan, Totti… Mancherà il centrocampo titolare perché saranno out Perrotta, Pizzarro e De Rossi.

Quanto peserà l’assenza di De Rossi?

Tantissimo, perchè lui è il playmaker della squadra, detta i tempi, si inserisce, è pericoloso sotto porta, ma anche quelle di Perrotta e forse quella di Pizzarro sono assenze importanti. A centrocampo i ragazzi dovrano fare una superprestazione, sopperire all’assenza di questi giocatori non sarà facile

Il fatto che Totti probabilmente giocherà è però molto importante…

Certo, ma è importante anche vedere a che livello di forma si trova. Se il capitano è al 70, 80% sarà determinante. Il suo rientro comunque dà fiducia, perchè lui, non solo è il giocatore che trascina tutto il gruppo, ma davanti può trovare in qualsiasi momento la giocata vincente.

Come vede questo Arsenal?

Sono forti, sono abituati a giocare a questi livelli e hanno tanti giovani bravi e che corrono molto… Però abbiamo ancora negli occhi la grande vittoria contro il Chelsea. A Roma può succedere di tutto.

Un pronostico…

Il mio cuore dice 3 a 1. Ce lo auguriamo, anche se ho l’impressione che questo Arsenal sia uno scoglio durissimo. Mi spaventa il fatto che, se prendessimo un gol, dopo dovremmo farne tre…

E se dovesse finire ai rigori come in quella finale contro il Liverpool?

Io i rigori li ho rivissuti tantissime volte, anche da tifoso, l’ultima volta nella finale con l’Inter di Supercoppa: se Totti avesse segnato avremmo iniziato la stagione con un trofeo… Mi auguro di non arrivarci, anche se tutto sommato potrebbe essere la volta buona e potremmo avere un po’ di fortuna anche noi…