Non un passo indietro, non sarebbe da Mourinho. Lo Special One non è arrabbiato e non è teso, come ha speigato oggi in conferenza stampa: «Non è “arrabbiato” l’aggettivo giusto per definirmi in questo momento. È orgoglioso la parola giusta. Io sono orgoglioso. Di me… Questa non è una conferenza stampa da Medioevo – ha continuato il tecnico nerazzuro -. Ma non sono né arrabbiato né teso. È una sensazione vostra. A me piace cambiare. Qualche volta cambio i capelli. Una volta li ho tagliati tutti, ora li ho fatti crescere. Un giorno sono venuto con la barba lunga. Ma oggi sono assolutamente perfetto. Mi piace cambiare, ma non sono arrabbiato».  La partita di domani è importante, ma ancora di più quella di mercoledì a Manchester, da cui potrebbe dipendere, secondo quanto pensano alcuni, il futuro del tecnico sulla panchina dell’Inter. Mourinho ha ancora due anni di contratto, ma c’è chi lo dà sulla via del ritorno in Premier League, già dalla prossima stagione.  «Io lasciare l’Italia? Nel calcio non si sa mai – ha spiegato – Puoi restare due, tre, quattro o dieci anni, dipende da tutto. Ma è certo che io non sto lavorando per l’arrivo di un altro allenatore»



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