Sale la tensione in casa bianconera in vista del big match con l’Inter. In palio non c’è lo scudetto (troppo remote le possibilità di recuperare il gap), ma semplicemente (scusate se è poco) l’orgoglio. Per battere la capolista bisogna saper pescare nel passato: servono l’organizzazione e la cattiveria agonistica della Juve di Lippi prima e di Capello poi. Per una serata i tifosi chiedono a Ranieri di mettere da parte l’aplomb inglese e di caricare a mille i suoi ragazzi. Per una serata i tifosi chiedono ai giocatori di mettere da parte le giustificazioni legate all’organico. In una partita secca i valori in campo tra le due squadre non sono poi così distanti. La Juve nelle ultime gare ha dimostrato di non riuscire a reggere il centrocampo, evidenziando l’incidenza negativa dell’assenza di Sissoko come muro davanti alla difesa.



Bisogna fare attenzione agli inserimenti dei centrocampisti nerazzurri, Stankovic su tutti. L’infortunio di Maicon spiana la strada alle folate di Nedved, che sarà molto carico in una delle sue ultime grandi gare (manca il Milan) prima dell’addio al calcio. Il miglior attacco del campionato contro una difesa che nelle ultime due uscite ha preso la bellezza di 6 reti. Si spera in un ritrovato Buffon, che vorrà ribadire di essere ancora il numero 1 di fronte a un altro primo attore come Julio Cesar. Non è impossibile fare risultato pieno, anche se bisogna ricordare che l’Inter dà il meglio di sé nelle partite esterne perché può partire in contropiede. Vincere per prendere una rivincita sull’andata, persa senza lottare a San Siro. Vincere per sottolineare che questa Juve non è mai doma e che ha una mentalità vincente. Per alcuni giocatori (Marchionni, Molinaro, Tiago e Poulsen) sarà l’ennesimo banco di prova per valutare la tenuta psico-fisica nelle occasioni importanti. Per altri sarà l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.



La vecchia guardia non ha mai digerito gli scudetti revocati e assegnati ai nerazzurri, soprattutto non ha mai digerito un certo atteggiamento tenuto in casa interista (per prima cosa l’arroganza di Massimo Moratti quando parla della Juventus). I tifosi bianconeri non dimenticano che le gioie dell’Inter di oggi trovano una spiegazione nelle ceneri bianconere: Ibra e in parte Vieira furono acquistati al supermercato degli sconti. Per non parlare dell’ironia con la quale dirigenti e giocatori hanno commentato certe decisioni. Non capita spesso che la squadra con 10 punti di vantaggio punti il dito contro le altre sulla sudditanza degli arbitri. Non poche persone vorrebbero veder uscire ridimensionato dall’Olimpico lo stesso Mourinho. In molti chiedono alla Juve di fare vedere che senza i favori arbitrali concessi alla capolista avrebbe potuto lottare fino in fondo per lo scudetto. Buttare il cuore oltre l’ostacolo: questo l’obiettivo. Per una sera a tutti è richiesto un sacrificio in più. La vittoria arriva se gli uomini di Ranieri giocano da squadra, se tutti si mettono a disposizione dei compagni. Si affrontano due stili differenti: la società che progetta e la società che si affida al mago di turno e gli consegna un parco giocatori degno del miglior Manchester. I progetti si verificano nel lungo periodo, ma in certi casi si può fare un’eccezione.



(Luciano Zanardini)